Quello che i modelli non dicono
Al giorno d’oggi, nell’era dei computer sempre più potenti e dell’ipertecnologica macchina delle previsioni del tempo, fatta di centinaia di processori che lavorano in parallelo per offrire il risultato di calcoli complessi in tempo utile per essere pubblicato sui giornali, vale la pena ricordare i limiti intrinseci di queste metodologie. Limiti teorici per cui ormai siamo sicuri che il sogno lagrangiano di predire l’esatto futuro di una particella nello spazio e per qualsivoglia tempo è di fatto irrealizzabile.
Per restare nell’ambito di casi a noi particolarmente vicini, consideriamo le previsioni del tempo fatte alle medie latitudini, e nello specifico le previsioni del flusso a 500mb; nell’arco temporale di 48 ore sappiamo che per la predizione di questa variabile possiamo trascurare il riscaldamento diabatico e la dissipazione per attrito. Rimane però fondamentale avere dei dati molto precisi sul trasporto del campo iniziale di vorticità, in quanto il flusso a 500mb risulta molto dipendente da questa ultima variabile. Se cominciamo a desiderare previsioni superiori ai 2 giorni, ecco che altre variabili diventano fondamentali, ad esempio le sorgenti ed i pozzi di momento e di energia presenti non solo nella zona considerata ma anche in quelle immediatamente vicine. Andando sempre più avanti nel tempo, avremmo bisogno di dati su tutto il globo e a tutte le quote, ed anche di dati provenienti da tutti gli strati oceanici, così come dimostrato da Smagorinsky nel 1967.
Se anche la nostra rete di rilevatori fosse molto fitta, diciamo un rilevatore ogni metro, su tutta la superficie terrestre, lungo tutta la colonna troposferica e lungo tutta la colonna oceanica, le previsioni di natura modellistica non potrebbero spingersi più in là di 10-12 giorni. Come mai?
La storica avvezione fredda del dicembre 1939 - gennaio 1940Gli ultimi 3 giorni del dicembre 1939 ed i primi 4 del gennaio 1940 furono caratterizzati da freddo intenso e precipitazioni nevose anche a bassa quota. Ecco alcuni dati tratti dagli Annali Apat. Monte Guadagnolo 1204 mslm Ebbe 15 cm di neve in 4 diversi episodi con 6 giorni di permanenza al suolo. Registrò 3 giorni di ghiaccio e 16 giorni di gelo, con temperature minime che scesero fino a -12.5°C il 31 dicembre (ci fu anche un -10.0°C). Rocca di Papa 685 mslm Ebbe 14 cm di neve in 2 diversi episodi con 3 giorni di permanenza al suolo. Il pluviometro registrò 29.5 mm totali di neve fusa.
Doganella sugli scudi: il datalogger posto nellex lago fa -12.4°C!Man mano che escono i dati di enti e consorzi ci si stupisce sempre di più di cosa sia stata la notte tra il 16 ed il 17 dicembre a livello termico: già stamane eravamo rimasti impressionati dal valore registrato da Pantano Borghese, attribuendogli il titolo di regina del freddo con i suoi -9.5°C. Ma non avevamo fatto i conti con la Doganella. Il datalogger installato a 536 metri di quota dagli amici di Romameto, dentro al consorzio edile che insiste nell'area dell'ex lago, registra la mattina del 17 deicembre 2010 la minima strabiliante di -12.4°C. Pazzesca anche la minima del giorno precedente, probabilmente toccata in serata di -11.9°C. A titolo di confronto si pensi che le stazioni albane poste a quota paragonabile (+/- 100 metri) hanno registrati i seguenti scarti rispetto alla Doganella:
Tali temperature, è da ricordare, sono state toccate in regime di pura inversione termica asciutta, ossia senza la presenza di neve al suolo che avrebbe generato un potentissimo effetto albedo. C'è da chiedersi in condizioni ideali di questo tipo quanto riuscirebbe a fare la Doganella: secondo noi nel 1985 l'altopiano castellano potrebbe aver raggiunto agilmente i 20 gradi sottozero. Aggiorniamo la nostra classifica:
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I video della neve del 17 dicembre 2010 nei Castelli RomaniEcco una breve rassegna dei video girati da noi e da vari utenti di Youtube nella magica giornata del 17 dicembre scorso. Monte Compatri: Dim lights Embed Embed this video on your site
Usciti i dati delle stazioni Arsial: Pantano fa -9.5°CStamattina l'Arsial, ovverosia l'ufficio agro-meteorologico della Regione Lazio, ha pubblicato i dati registrati negli ultimi giorni dalla sua fitta rete di centraline sparse in quasi tutti i comuni dei Castelli Romani. Queste centraline sono state installate dal 2004 in poi e quindi la serie storica non è molto estesa, ma in alcuni casi sono possibili paragoni con stazioni molto più vecchie poste negli stessi luoghi da altri enti, è il caso della stazione posta nella tenuta di Pantano Borghese nel comune di Monte Compatri. Già, Pantano Borghese, al confine con il comune di Roma e futuro capolinea della metro C, è una zona notoriamente umida e fredda pur se posta ad una sola sessantina di metri sul livello del mare. Questa sua posizione ne fa amministrativamente parte dei Castelli Romani mentre geograficamente è posta ai piedi dei Colli Albani e si potrebbe discuterne se vi appartenga o meno. In ogni caso occupandoci noi di Castelli Romani la consideriamo castellana a tutti gl effetti e con gioia e stupore la impalmiamo come vincitrice della temperatura minima più bassa registrata lo scorso 17 dicembre 2010. Pantano infatti registra lo strabiliante valore di -9.5°C a solo un centesimo dal suo record di -9.6°C registrato 20 gennaio 2004. Bassissimi i valori registrati anche da Frascati Prataporci con -8.5°C che batte il record precedente di -5.6°C e Monte Compatri Colle Mattia che con -8.4°C straccia anch'essa il precedente record di -6.8°C del 25 gennaio 2006. Ricapitolando ecco la nuova tabella delle minime di quella notte polare.
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