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Home Geofisica I più forti terremoti dei Castelli Romani Il terremoto del 2 febbraio 1438 nei Castelli Romani - Colli Albani

Il terremoto del 2 febbraio 1438 nei Castelli Romani - Colli Albani

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Il 2 febbraio 1438 alle 12:15 GMT (la settima ora del giorno) un terremoto definito "spaventoso" colpì probabilmente la località di Grottaferrata (provincia di Roma) L’epicentro è ancora sconosciuto.

documenti
Questo terremoto è sconosciuto alla tradizione dei cataloghi sismici in uso, agli studi sismologici ma è menzionato in alcune liste e cataloghi di terremoti, senza una esplicita localizzazione (Grumel 1958 (1); Wirth 1966 (2); Evangelatou-Notara 1993 (3). È analizzato in Guidoboni e Comastri (2005) (4), da cui è tratta questa scheda.
La fonte è una notula contenuta nel manoscritto 41 (B.3.11), fol.140v., della Biblioteca Angelica di Roma, edita in Lampros (1910, p.157, n.116) (5).
Questa notula è citata in Allen (1890, p.40) (6), che espresse dubbi sulla identificazione dell’anno, indicato in modo dubitativo come 1028. Successivamente Lampros (1910) (7) propose il 1438. Questa data è stata ripresa da Grumel (1958) (8), Wirth (1966) (9) e Evangelatou-Notara (1993) (10). Tuttavia nessuno di questi autori ha identificato, anche ipoteticamente, l’area del terremoto menzionato nella notula, che era rimasta indeterminata fino agli studi di Guidoboni e Comastri (2005) (11). Per cercare una localizzazione gli autori hanno svolto una ricerca sulla storia di questo codice, attingendo alla letteratura codicologica.
Il codice greco 41 (B.3.11) della Biblioteca Angelica di Roma è costituito da due manoscritti che raccolgono opere di Teodoreto (autore del V sec. d.C.). Il primo manoscritto (foll.2-55v) contiene commenti all’Antico Testamento; il secondo (foll.56-140) è costituito dai 5 libri della sua "Historia Ecclesiastica". Il primo manoscritto fu redatto probabilmente in Calabria negli ultimi decenni del X secolo, nell’ambito delle abbazie basiliane, di lingua greca; esso è stato attribuito da Lilla (1970, pp.10-13) (12) e da Follieri (1977, p.221, 1979 pp.324-325) (13) alla mano del monaco Paolo, che fu poi abate di Grottaferrata, importante abbazia fondata da San Nilo nel 1004. Si sa che il monaco Paolo fu copista della scuola di San Nilo. Il codice fu portato in data indeterminata all’abbazia di Grottaferrata (Lilla, 1970, pp.12-13) (14), dove rimase per vari secoli. Il secondo manoscritto fu redatto nell’XI-XII secolo: è ragionevole supporre che i due manoscritti siano stati poi uniti in un unico codice in quanto opere dello stesso autore.
La notula in esame fu probabilmente scritta quando il codice si trovava a Grottaferrata, prima di essere incorporato nei fondi della Biblioteca Angelica. Secondo Guidoboni e Comastri (2005) (15) ci sono ragionevoli motivi per ritenere che la notula sia stata scritta da un monaco che sentì da Grottaferrata lo "spaventoso" terremoto del 2 febbraio 1438.

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