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Home Geofisica Storia dei terremoti dei Castelli Romani La storia sismica dei Castelli Romani - Colli Albani: giorni nostri

La storia sismica dei Castelli Romani - Colli Albani: giorni nostri

Unita1Non sappiamo per quale motivo, ma i cataloghi disponibili non riportano, dopo quello del 1927, nessun terremoto con epicentro nei Colli Albani per diverse decine di anni. Certamente l'attività tellurica non sarà stata di intensità devastante, ma chi scrive è convinto che di scosse ve ne siano state: la natura in ogni caso si scatena sul Belice, il Friuli e l'Irpinia tanto per citare i terremoti più forti e disastrosi. Per ritrovare terremoti attribuibili al territorio dei Colli Albani si deve dunque venire fin quasi ai giorni nostri, al primo dei famosi sciami sismici degli anni 80 che tanti di noi abitanti dei Castelli ricordano bene. Il primo di questi sciami iniziò il 9 maggio del 1981 con epicentro tra Velletri e Cisterna di Latina con una forza di 3.1 gradi Richter e venne seguito 11 giorni dopo da una scossa analoga, stavolta individuata sotto i suoli di Rocca di Papa e Nemi. La scarsa profondità dei terremoti fece risentire molto bene queste scosse. Nell'anno seguente, il 1982, si registra la scossa più forte degli anni 80: il 29 settembre un terremoto di magnitudo 3.8 scuote i Colli Albani, soprattutto quelli più settentrionali visto l'epicentro tra Frascati e Monte Porzio Catone. I danni alle abitazioni, che pure in qualche caso ci sono, vengono limitati dalla profondità del sisma, che è generato ad 11 km sottoterra. Seguono 5 anni di tranquillità quando un nuovo insistente sciame sismico colleziona nel 1987 tre scosse abbastanza decise: si inizia il 14 marzo con un terremoto di 3.0 gradi tra Lanuvio ed Aprilia, con epicentro molto superficiale; per proseguire poi l'11 aprile quando due scosse gemelle una di 3 gradi e l'altra di 3.7 squassano il suolo di Cisterna di Latina e Lanuvio, entrambe molto profonde, oltre i 16 km e questo evita soprattutto nel secondo caso danni a cose o persone. Un mese esatto dopo si replica tra Albano ed Aprilia con una scossa di 3.2 gradi, questa posta ad 11 km di profondità. Terminato questo sciame passano due anni di tranquillità sui Colli, utili a rassicurare le popolazioni prima che arrivi la lunga sequenza che occupa in gran parte il 1989 sconfinando nell'anno successivo: è il 23 aprile quando Albano trema per una scossa di 3.0 gradi, seguita il 28 agosto da una poco più forte (3.1) a Monte Compatri, entrambe poco profonde e dunque ben risentite. Due mesi dopo Pomezia sperimenta una forte scossa di 3.7 gradi con epicentro molto superficiale ed in tutti i Castelli meridionali è il panico: centralini dei pompieri in tilt, blackout elettrici, caduta di intonaci sono il frutto di 6 scosse che si susseguono nella prima parte della notte. Il 15 novembre ed il 19 dicembre si replica con scosse aventi epicentro Albano, entrambe di intensità sui 3 gradi. L'ultima scossa dello sciame si avrà il 17 marzo del 1990 sempre con epicentro a Pomezia, di intensità 3.0
Trascorrono poi 4 anni prima che la terra torni a tremare sotto ai Colli Albani: è infatti il 6 maggio 1994 quando una scossa poco più che strumentale viene avvertita, seguita poi da un'altra il 7 settembre. Di ben altro tenore sono le scosse del 1995, anno molto tormentato per Roma ed i Castelli: si inizia il 18 febbraio quando due scosse si verificano tra San Cesareo e Zagarolo, la più forte delle quali tocca 2.8 gradi e viene ben avvertita dalla popolazione. Il 10 marzo è Roma a sperimentare una forte scossa di 3.2 gradi, seguita il 12 giugno da 4 forti scosse, di cui una vicina al quarto grado, con epicentro tra Acilia e Tor Vajanica, che scuotono tutti i quartieri sud della Capitale gettando nel panico migliaia di romani e creando qualche danno alle case del Tuscolano e di San Giovanni. Il 1995 vede poi un'altra scossa di 3.1 gradi a Zagarolo il 3 novembre. Il 1995 è anche l'anno in cui vengono condotti i primi studi che attestano il sollevamento del fianco sud-occidentale dell'ex Vulcano Laziale: le ricerche attestano che in media il suolo si starebbe alzando di 0.7 cm all'anno, tesi confermata dai successivi rilevamenti fatti con le tecniche satellitari. Il 1996 vede tremare il 27 febbraio Lanuvio ed il 26 luglio Monte Compatri, con scosse che non superano i 3 gradi.
Il 1997 vede ancora scosse: si inizia il 31 marzo con una scossa con epicentro tra Labico e Lariano ed un'altra il 9 maggio di cui sappiamo solo che è stata avvertita dalla popolazione. L'anno sismico si chiude il 23 novembre tra Lanuvio ed Albano. Scosse strumentali si registrano nel 1999, l'anno delle forti emissioni di gas a Cava dei Selci: pochi infatti sanno che uno dei pericoli maggiori associati alla sismicità dei Colli Albani sono le improvvise e violente emissioni di anidride carbonica che soprattutto in questa località del comune di Marino, ma anche a Ciampino e a Roma Anagnina possono seminare morte. Il 18 settembre 29 mucche sono trovate stecchite dal gas in un pascolo a Cava dei Selci, a marzo 2000 e marzo 2001 diverse pecore subiscono la stessa sorte e a dicembre 2000 un uomo di 80 anni perde la vita per asfissia mentre lavora nel pozzo della sua casa. Sempre nel 2001 una lieve scossa fa tremare Velletri il 20 marzo. Nel 2003 lievi scosse a Grottaferrata e Ciampino e strumentali o poco più risultano quelle di Velletri nel 2004 e Ciampino nel 2005. Nel 2006 la prima parte dell'anno è movimentata da uno sciame che interessa i Colli Albani settentrionali: il culmine sarà la scossa del 18 marzo tra Colonna e Monte Porzio Catone, ma anche le scosse di gennaio più o meno nella stessa zona saranno avvertite dalla popolazione, ma non creeranno danni. Il 2007 vede scosse strumentali a Colonna e Lanuvio. Il 2008 ha invece il suo sciame fatto di scosse gemelle che interessano il 12 aprile la zona di Ciampino Aeroporto con una ben avvertibile scossa di 3.8 gradi con replica di 2.2 lo stesso giorno. Il 9 e l'11 luglio è Velletri a ballare con sismi fortunatamente lievi. Il 2009 ad oggi ha visto due lievi scosse poco più che strumentali tra Albano e Castel Gandolfo ed Albano ed Ariccia, la seconda il 20 aprile ha seguito la forte scossa di 6.3 gradi che seppur generatasi nell'Aquilano è stata ben avvertita anche sui Colli Albani. Infine il 14 novembre nei pressi di Lanuvio viene risentita una leggera scossa di 2.2 gradi.
Con questo articolo si chiude la serie di articoli che abbiamo curato e che speriamo allertino popolazione ed amministrazioni ad una continua vigilanza sulla prevenzione sismica: ribadiamo per averlo dimostrato con queste ricostruzioni che terremoti devastanti, forieri di morte e distruzione hanno in passato coinvolto l'area dei Colli Albani e niente può escludere che ciò possa di nuovo accadere nel futuro.

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