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METEO GIORNALE
  • Transizione da La Niña a El Niño in Europa, effetti meteo subito in Italia

    La transizione climatica da La Niña a El Niño rappresenta uno dei fenomeni atmosferici più influenti e complessi a livello globale. Questa alternanza tra due opposte fasi del ciclo ENSO (El Niño Southern Oscillation) ha effetti profondi sul clima europeo, con ripercussioni evidenti sul bacino del Mediterraneo e in particolare sull’Italia. Sebbene ENSO sia un fenomeno di origine oceanica, strettamente legato alle acque del Pacifico equatoriale, la sua influenza si propaga ben oltre le regioni tropicali, raggiungendo persino le coste dell’Atlantico settentrionale, i Balcani e le nostre regioni.  

    Cos'è ENSO: una panoramica su La Niña ed El Niño

    Il sistema ENSO è un'interazione dinamica tra l’oceano Pacifico e l’atmosfera sovrastante, con due principali modalità operative: La Niña e El Niño. In una fase La Niña, le acque del Pacifico orientale sono più fredde della norma, e si registra un rafforzamento degli alisei (venti orientali), con una tendenza all’intensificazione delle piogge in Asia e alla siccità in Sud America. Al contrario, la fase El Niño comporta un riscaldamento anomalo delle acque equatoriali del Pacifico centro-orientale, una diminuzione degli alisei e una serie di cambiamenti nella circolazione atmosferica globale. Secondo il NOAA – National Oceanic and Atmospheric Administration e il Met Office britannico, la transizione tra queste due fasi altera la distribuzione dei centri di alta e bassa pressione, influenzando il Jet Stream e quindi le traiettorie delle perturbazioni che attraversano l’Europa.  

    Effetti generali di El Niño sul clima europeo

    Durante una fase El Niño, il getto polare tende a diventare più zonale, cioè a disporsi in modo più rettilineo da ovest verso est, rendendo il clima invernale europeo generalmente più mite e meno nevoso rispetto alla norma. L'Europa settentrionale, soprattutto Regno Unito, Scandinavia e Germania, può sperimentare precipitazioni superiori alla media, mentre l'area mediterranea è spesso soggetta a condizioni più secche e calde, soprattutto nei mesi invernali. Queste dinamiche sono state evidenziate in numerosi studi scientifici, tra cui quello condotto da Brönnimann et al. (2007) e pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics, che analizza i legami teleconnettivi tra ENSO e il clima europeo.  

    Come si manifesta la transizione da La Niña a El Niño

    La transizione tra La Niña ed El Niño non è mai istantanea: può durare mesi e comporta una serie di variazioni progressive nella temperatura della superficie oceanica del Pacifico, nella pressione atmosferica (con variazioni dell’indice SOI – Southern Oscillation Index) e nella circolazione troposferica. Questo passaggio influenza il sistema climatico globale in modo complesso, anche in Europa, dove la transizione può generare un periodo di instabilità atmosferica che precede il consolidamento di un regime El Niño vero e proprio. Secondo l'ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts), le fasi di transizione sono spesso caratterizzate da anomalie bariche tra l’Atlantico settentrionale e la regione scandinava, che influenzano la NAO (North Atlantic Oscillation) e di conseguenza le condizioni meteo sul bacino del Mediterraneo.  

    Il Mediterraneo sotto l’influenza di El Niño

    Il bacino del Mediterraneo, essendo una regione di transizione tra le masse d’aria subtropicali e quelle temperate, è particolarmente sensibile alle variazioni indotte da El Niño. I principali effetti osservati durante gli eventi El Niño includono: 1. Inverni più secchi nel settore centro-occidentale del Mediterraneo In anni dominati da un forte El Niño, si registra una diminuzione delle precipitazioni su Spagna, Francia meridionale, Italia nord-occidentale e costa adriatica. Questo è dovuto a un'espansione dell'anticiclone subtropicale, che tende a bloccare l'ingresso delle perturbazioni atlantiche verso il Mediterraneo centrale. 2. Aumento della temperatura media stagionale In particolare nei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio, si osservano temperature più alte della media, con minori incursioni fredde da nord o est. Ciò è legato a un indebolimento del flusso artico e ad un rafforzamento del promontorio africano. 3. Aumento del rischio di siccità nelle aree interne Durante un El Niño ben strutturato, la Portata dei fiumi appenninici può ridursi in modo significativo, con ripercussioni sull'agricoltura, sulla produzione di energia idroelettrica e sulla disponibilità di risorse idriche. Queste osservazioni trovano conferma nei rapporti del World Meteorological Organization (WMO), che ha evidenziato come i periodi El Niño del passato (es. 1997-98 e 2015-16) siano stati accompagnati da condizioni siccitose in Italia e da anomalie termiche positive persistenti.  

    Italia: le conseguenze specifiche della fase El Niño

    In Italia, gli effetti del passaggio da La Niña a El Niño si avvertono sia a livello meteorologico che climatico, con significative differenze tra le varie regioni: Nord Italia L’Italia settentrionale, in particolare la Pianura Padana, tende a sperimentare inverni più stabili, con nebbie più frequenti e minori precipitazioni nevose. Questo comporta una qualità dell’aria peggiorata, soprattutto nelle grandi città come Milano, Torino e Bologna, a causa dell’accumulo di inquinanti nei bassi strati. Centro Italia Le regioni centrali, come Toscana, Umbria e Lazio, mostrano una diminuzione delle precipitazioni autunnali, una stagione cruciale per l’approvvigionamento idrico. Si osserva anche una maggiore variabilità termica, con giornate molto miti alternate a brevi irruzioni fredde non durature. Sud e Isole Il Sud Italia, la Sicilia e la Sardegna risentono dell'espansione dell’anticiclone africano, con temperature sopra la media e piogge inferiori alla norma. Gli inverni possono risultare particolarmente secchi, contribuendo alla desertificazione progressiva di alcune aree marginali già vulnerabili.  

    Implicazioni a lungo termine e scenari futuri

    Secondo le più recenti proiezioni del Copernicus Climate Change Service, l’attuale transizione ENSO del 2024-2025 potrebbe portare a un periodo El Niño di moderata intensità, con ripercussioni dirette sul clima europeo. La possibilità di una NAO positiva persistente aumenta la probabilità di inverni miti e asciutti sul Mediterraneo, e più umidi e ventosi sul Nord Europa. I modelli del GFDL (Geophysical Fluid Dynamics Laboratory) indicano inoltre che, con il riscaldamento globale in atto, gli eventi ENSO tendono a diventare più intensi e frequenti, con effetti non lineari su scala regionale. L’Italia potrebbe dunque essere esposta in modo crescente a fenomeni estremi come:
    • Ondate di calore anticipate e prolungate
    • Siccità stagionali alternate a piogge torrenziali
    • Variazioni imprevedibili nella stagione vegetativa delle colture agricole
     

    Considerazioni finali per il monitoraggio meteo

    Per comprendere e anticipare gli effetti meteo legati alla transizione ENSO sul territorio italiano, è fondamentale integrare i dati provenienti da agenzie internazionali come NOAA, WMO, Copernicus e ECMWF, con modelli regionali ad alta risoluzione. Questo consente di identificare tempestivamente gli scenari a rischio, ottimizzare le strategie di adattamento climatico, e gestire in modo sostenibile le risorse idriche e agricole in un contesto meteo sempre più variabile. In sintesi, la transizione da La Niña a El Niño non è soltanto un cambiamento oceanico nel Pacifico: è un evento meteo globale che trova un’eco tangibile anche sulle coste dell’Adriatico, sulle campagne della Val Padana e sulle pendici dell’Etna, disegnando un mosaico climatico in continua evoluzione.
  • Il Meteo di MAGGIO non si farà e non ci farà mancare nulla

    Quando si riflette su ciò che rende il meteo piacevole oppure no, la risposta risiede inevitabilmente nella sfera personale dei gusti individuali. Se c’è una verità che abbiamo ripetuto molteplici volte nei nostri editoriali quotidiani, è proprio che i gusti non si discutono: si rispettano, senza cercare di uniformarli o di imporre il proprio punto di vista   Non possiamo aspettarci che ciò che a noi appare splendido sia considerato tale anche dagli altri. Qualcuno potrebbe condividere le nostre opinioni, ma molto più spesso rimarrà distante o addirittura opposto.   Seguendo questa filosofia, la nostra linea editoriale si sforza di mantenere una posizione equilibrata. Difficilmente troverete nei nostri articoli prese di posizione nette, almeno per quanto riguarda il gradimento personale delle condizioni atmosferiche. Le nostre vere prese di posizione si radicano saldamente su un unico criterio: il rispetto della normalità climatica e l'attenta interpretazione dei modelli previsionali.   Ed è proprio quest’ultima a diventare il fulcro ogni volta che il meteo si discosta in maniera evidente dalle medie stagionali. Quando le temperature si allontanano sensibilmente dalle aspettative consuete, che si tratti di un caldo anomalo oppure di un freddo improvviso, allora sì, lo sottolineiamo con forza e chiarezza. Idem per quel che concerne le piogge, ultimamente o troppo violente o totalmente assenti.   In questo mese di Aprile, ad esempio, la varietà meteo è stata grande, capace di soddisfare ogni preferenza. Alcuni hanno potuto assaporare i primi tepori tardo primaverili, a tratti persino estivi, mentre altri hanno dovuto fare i conti con piogge persistenti e abbondanti. E non è mancato nemmeno il freddo: certe giornate hanno registrato temperature decisamente più consone ai mesi invernali che non a quelli primaverili. Anche il mese di Marzo ha mostrato oscillazioni simili, ma di lui abbiamo parlato ampiamente a suo tempo.   Affermare che “è giusto così” non implica una dichiarazione di simpatia né verso il caldo né verso il freddo. Significa semplicemente ristabilire un criterio di narrazione meteorologica, un approccio oggettivo che sappia andare oltre le emozioni estemporanee. Limitarsi a descrivere il meteo sarebbe sterile e superficiale, rischierebbe di banalizzare una materia che invece richiede profondità, attenzione ai dettagli e capacità di cogliere l’eccezionale.   Il nostro compito è quello di dare rilievo agli eventi davvero significativi, agli scostamenti rilevanti rispetto alla normalità, evitando sempre la trappola del sensazionalismo che purtroppo troppo spesso contamina la comunicazione meteorologica.   I gusti personali restano gusti, ma chi si dedica al meteo per passione e professione finisce inevitabilmente per apprezzare ogni singola variazione del cielo, trovando fascino e interesse anche nei mutamenti più lievi. È una forma di coinvolgimento che va ben oltre il semplice dovere lavorativo. Voi, che con pazienza e attenzione seguite i nostri aggiornamenti, siete liberi di preferire il sole o la pioggia, di amare l’estate o desiderare l’inverno. E nessuno potrà dirvi che state sbagliando, perché il meteo non è soltanto una scienza: è anche un racconto personale, un’emozione viva che cambia continuamente.
  • Maggio dal meteo estremo: subito caldo, poi rischio temporali violenti

      Il mese di Maggio è da sempre sinonimo di tempo pazzerello, ma quest'anno il quadro meteo per l’Italia si presenta molto diverso dal solito: un contesto caratterizzato da un riscaldamento anomalo e da un aumento sensibile del rischio di eventi estremi, a causa del calore anticipato.  

    Cosa succede

    Nei prossimi giorni, il progressivo incremento delle temperature superficiali e l’accumulo di umidità negli strati più bassi dell’atmosfera favoriranno la presenza di una considerevole energia potenziale. Questo comporterà una stratificazione dell’aria calda e umida nei livelli più prossimi al suolo, generando una finta stabilità.   Come è facile intuire, sarà sufficiente l’arrivo di masse d’aria fredda in quota per innescare una rottura dell’equilibrio e dare impulso a fenomeni convettivi particolarmente intensi, capaci di trasformare rapidamente l’energia immagazzinata in temporali severi, ovviamente non prevedibili se non a poche ore dall'evento.  

    Tutto anomalo

    Il risultato di queste condizioni sarà la formazione di temporali molto violenti, accompagnati da grandinate, forti raffiche di vento e, nei casi più gravi, possibilmente da locali trombe d’aria. È un tipico scenario di questo periodo che, sempre più spesso, rende il mese di Maggio estremamente insidioso, trasformando la Primavera in una stagione dominata da contrasti estremi.   Le analisi climatiche disponibili per il Maggio 2025 prevedono temperature che si manterranno al di sopra della media stagionale. I valori massimi potranno facilmente superare i 28-32°C specialmente nelle zone interne del Centro-Sud e sulle principali isole italiane come Sicilia e Sardegna. Nonostante queste temperature elevate possano dare la percezione di un clima estivo stabile, non sarà piena Estate.   Non a caso, le incursioni di aria fredda, favorite da oscillazioni del getto polare e da affondi atlantici, potranno ancora compromettere l’apparente tranquillità atmosferica, provocando la rapida formazione di eventi intensi e localizzati.  

    Rischio più elevato per il Nord Italia e l'Appennino

    Le regioni del Nord Italia e le aree dell’Appennino centrale saranno le più vulnerabili a questa situazione meteo, a causa sia della conformazione montuosa sia dei forti contrasti termici che si sviluppano più facilmente in queste zone.  Non sempre, dunque, l’insufficienza dei sistemi di drenaggio urbano sarà la causa principale degli allagamenti; più spesso sarà la violenza e la concentrazione dei fenomeni a mettere sotto pressione le infrastrutture. Quindi non diamo sempre la colpa al solito "tombino non pulito"...  

    Un mese in linea con i cambiamenti climatici

    Questo tipo di evoluzione meteo, fatta di estremi, si inserisce perfettamente nella tendenza osservata negli ultimi anni: il mese di Maggio sta progressivamente perdendo le sue caratteristiche di stagione dolce e graduale, assumendo invece tratti di una stagione dominata da sbalzi termici e instabilità accentuata, un quadro pienamente coerente con le previsioni del cambiamento climatico globale.   L'incremento delle temperature superficiali fornisce infatti un apporto sempre maggiore di energia all'atmosfera. Quando questa energia viene liberata, alimenta fenomeni convettivi di grande potenza. Non è casuale che i temporali più violenti avvengano sempre più frequentemente proprio in concomitanza con le prime ondate di caldo intenso della stagione. Seguite i nostri aggiornamenti meteo quotidiani.

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