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METEO GIORNALE
  • La Serena, tra dune dorate e mare infinito

    Articolo inviato da un nostro lettore e rivisto dalla redazione. Quando si arriva a LA SERENA, nel cuore del CILE settentrionale, si ha subito l’impressione di essere entrati in una dimensione parallela, dove il tempo scorre con una dolcezza rara. È una città costiera adagiata lungo l’oceano Pacifico, a circa cinquecento chilometri a nord di SANTIAGO, e custodisce una magia sottile, fatta di cieli infiniti, dune sabbiose e una luce che accarezza ogni cosa con delicatezza.

    Dove si trova La Serena e com’è il suo territorio

    LA SERENA sorge nella regione di COQUIMBO, lungo una fascia costiera che alterna spiagge dorate a tratti più frastagliati, dove il deserto incontra l’oceano con una bellezza senza filtri. La città si sviluppa dolcemente verso l’interno, insinuandosi tra colline punteggiate di cactus e macchia mediterranea, mentre sullo sfondo le cime andine si mostrano come custodi silenziosi di questo paesaggio struggente. L’influenza del deserto di ATACAMA, uno dei più aridi al mondo, si fa sentire nell’aria secca e cristallina, nei colori intensi del tramonto, nella sabbia fine che il vento modella ogni giorno. Camminando lungo l’Avenida del Mar, una lunghissima passeggiata che costeggia l’oceano, si resta incantati dalla vastità dell’orizzonte e dalla calma che avvolge ogni angolo.

    Opportunità di svago tra cultura, relax e natura

    A LA SERENA ogni momento diventa un’esperienza di bellezza semplice. Le sue spiagge, come Playa El Faro o Playa La Herradura, sono un invito irresistibile a rallentare, a camminare a piedi nudi sulla sabbia o a lasciarsi cullare dal rumore ritmico delle onde. Ma non è solo il mare a incantare. Il centro storico, perfettamente conservato, racconta una storia antica, fatta di chiese in pietra chiara, piazze ombreggiate da palme e case coloniali dai balconi decorati. Passeggiando senza meta tra Calle Cordovez e Plaza de Armas, si respira quell’atmosfera sospesa che appartiene solo ai luoghi che hanno saputo conservare l’anima. Per chi desidera scoprire di più, poco fuori dalla città si aprono le valli del Elqui, un paradiso verde di vigneti e distillerie dove nasce il celebre pisco, il liquore simbolo del Cile. Un’escursione tra queste terre baciate dal sole è un viaggio nei profumi e nei sapori autentici, con l’opportunità di degustare vini e liquori artigianali immersi in paesaggi di rara bellezza. E poi c’è il cielo: LA SERENA è uno dei posti migliori al mondo per osservare le stelle. Gli osservatori astronomici come Mamalluca offrono esperienze indimenticabili, portandoti letteralmente tra le costellazioni, sotto uno dei cieli più limpidi del pianeta.

    Un clima da sogno per ogni stagione

    Il clima di LA SERENA sembra fatto apposta per chi cerca una fuga dalla frenesia. Di tipo mediterraneo, è caratterizzato da estati calde ma non torride, con temperature che raramente superano i 25-27°C, e inverni morbidi, con giornate miti e serate fresche che difficilmente scendono sotto i 10°C. La presenza costante della brezza oceanica mitiga il calore estivo, rendendo il soggiorno sempre piacevole. L’assenza quasi totale di precipitazioni durante i mesi più caldi permette di vivere all’aria aperta senza alcuna preoccupazione, mentre i cieli sereni sono una presenza quasi quotidiana. Anche durante l’inverno, la città mantiene il suo fascino: il clima resta dolce, perfetto per lunghe passeggiate sulla spiaggia, per scoprire gli angoli nascosti del centro o per intraprendere brevi viaggi nella valle del Elqui, dove il sole splende generoso anche nei mesi più freschi. Non importa quale stagione si scelga per visitarla: a LA SERENA ogni giorno regala una luce speciale, una carezza di vento e il profumo salmastro del mare, componendo un quadro in cui il relax non è solo una promessa, ma una realtà che si vive ad ogni respiro.
  • Optimum climatico medioevale: fase meteo calda ma non come oggi

    [caption id="attachment_315049" align="alignnone" width="2560"] Andamento climatico degli ultimi 2000 anni. Fonte: WIKIPEDIA[/caption]   Chi di voi conosce l'Optimum climatico medievale? Questa parentesi meteo climatica si estese per circa mezzo millennio, abbracciando il periodo compreso tra il IX secolo e il XIV secolo. A dominare fu un riscaldamento progressivo che si manifestò soprattutto sulle regioni settentrionali dell’Oceano Atlantico, coinvolgendo in particolare l’Europa. Ma occhio a non trarre facili conclusioni: la ricostruzione dettagliata di ciò che accadde in quegli anni è ancora oggi oggetto di approfonditi dibattiti scientifici.  

    Un’Europa medievale mite, ma solo in Estate

    Secondo le teorie più diffuse e supportate da fonti documentali, durante questo intervallo meteorologico, i mesi estivi portarono con sé temperature più elevate rispetto ai secoli precedenti. Il caldo estivo determinò lo scioglimento parziale dei ghiacci che fino ad allora avevano dominato le coste settentrionali. Zone prima inospitali divennero accessibili, stimolando migrazioni, coltivazioni e nuove esplorazioni.   Il riscaldamento fu particolarmente evidente sulle sponde del Nord Atlantico, mentre su altri continenti, il meteo caldo si manifestò in fasi temporali diverse. Questo suggerisce che l’Optimum climatico medievale non fu un fenomeno globale omogeneo, ma variabile a seconda delle aree geografiche.  

    Attività umane

    Durante questo periodo, alcune attività agricole e insediative trovarono nuove possibilità grazie al mutato scenario meteorologico. Nel Sud dell’Inghilterra, ad esempio, si iniziò a coltivare la vite, attività oggi sorprendente per quella latitudine. Nello stesso arco temporale, popolazioni nordiche come i Vichinghi raggiunsero e si stabilirono in Groenlandia meridionale, terra che allora offriva condizioni più miti rispetto a quelle odierne.   Eppure, questo periodo caldo non fu privo di contraccolpi: si verificarono siccità prolungate sia in Europa sia nella parte nord-orientale dell’attuale Nord America. Analisi sui sedimenti fluviali della valle del fiume Hudson hanno svelato fasi estese di assenza di piogge, riconducibili proprio al periodo più caldo del Medioevo.  

    Dati e confronti: le temperature di ieri e di oggi

    Studi provenienti da diversi centri di ricerca internazionali, che si concentrano soprattutto sull’Inghilterra, indicano che la temperatura media di quell’epoca era di 4-5 decimi di grado inferiore rispetto a quella registrata oggi. Questo dato è comunque significativo, poiché suggerisce quanto già allora le condizioni fossero insolitamente miti, anche se ancora inferiori rispetto alle attuali. Ciò non toglie come ora il caldo sia il maggiore da secoli e secoli!   Gli ultimi rapporti pubblicati da organismi come il NOAA e altri enti climatologici mostrano come oggi le temperature globali abbiano superato in modo netto quelle dell’Optimum climatico medievale. Anche se, come affermato in precedenti analisi, da circa un decennio la temperatura media terrestre tende a stabilizzarsi, resta forte la preoccupazione scientifica per la direzione di crescita che il termometro globale continua a indicare.  

    Prima mite poi la PEG

    Durante l’Optimum medievale, le coste occidentali dell’Irlanda e dell’Inghilterra sembravano godere di una maggiore tranquillità atmosferica. Le tempeste, a quanto pare, erano rare, tanto che numerose comunità costruirono villaggi lungo i litorali.   Ma ecco che, con il ritorno a condizioni meteorologiche meno stabili e l’arrivo della Piccola Era Glaciale, i venti e le mareggiate ripresero vigore. Le popolazioni furono quindi costrette ad abbandonare le zone costiere per rifugiarsi nell’entroterra, dove il meteo era più clemente e le costruzioni meno esposte ai danni.   L’intero periodo dell’Optimum climatico medievale, pur essendo stato favorevole in molti casi, rappresenta un chiaro esempio di quanto le oscillazioni termiche e le variazioni meteo anche moderate possano modellare la storia dei popoli e la geografia degli insediamenti. La bellezza della ricostruzione climatica, che ci dà tantissime informazioni di un'epoca remota.
  • Meteo di Maggio subito ESTIVO, farà CALDO. Ma non dovrebbe durare

    La Primavera si trova ormai nel pieno della sua maturazione stagionale, ma l’evoluzione meteo ha seguito un ritmo piuttosto rallentato e discontinuo. Le frequenti perturbazioni di origine nord atlantica hanno inciso profondamente sia sul mese di Marzo che su quello di Aprile, concedendo soltanto brevi e rari intervalli di Alta Pressione, senza mai consolidare condizioni stabili e soleggiate   In alcune aree del Paese non sono mancate giornate più miti e gradevoli, ma chi si aspettava una stagione primaverile all’insegna di cieli sereni e temperature in rapido aumento ha dovuto rapidamente rivedere le proprie aspettative. L’assetto atmosferico impostato tra la fine di Febbraio e la prima metà di Marzo ha infatti lasciato un’impronta importante, capace di influenzare ancora l’andamento climatico, estendendo i suoi effetti anche nel corso del mese di Maggio.   Nelle prossime ore è atteso l’arrivo di un nuovo impulso depressionario, meno intenso rispetto ai precedenti ma comunque capace di generare effetti pluviometrici e cali termici significativi. Le previsioni meteo annunciano precipitazioni prevalentemente sotto forma di rovesci e temporali, accompagnate da un'ulteriore diminuzione delle temperature. L’arrivo di aria fresca in quota intensificherà i contrasti termici, creando un ambiente favorevole allo sviluppo di fenomeni anche di forte intensità come nubifragi, grandinate e colpi di vento improvvisi, con conseguenti disagi localizzati.   Secondo le ultime elaborazioni dei modelli matematici ad alta risoluzione, tra domenica e lunedì l’instabilità si manifesterà in modo più marcato sulle aree del Nordovest, sull’arco delle Alpi, sulle regioni centrali e meridionali e sulle due Isole Maggiori. Essendo una goccia fredda in discesa da nordovest, saranno soprattutto le zone esposte sul versante tirrenico a subire le conseguenze più evidenti, con rovesci anche in prossimità delle coste.   A partire da martedì, il quadro meteo dovrebbe evolvere verso un miglioramento, grazie alla graduale rimonta di un promontorio anticiclonico di origine subtropicale. Questo cambiamento potrebbe consolidarsi proprio a ridosso del primo weekend di Maggio, favorito dall'afflusso di masse d'aria caldo-umida provenienti dal Nord Africa, con conseguente aumento deciso delle temperature su gran parte del Paese.   Le proiezioni attuali suggeriscono che i termometri potranno superare abbondantemente le medie stagionali, con valori che nelle Isole Maggiori e al Sud potrebbero toccare per la prima volta i 35°C. Anche il Nord Italia sperimenterà un deciso aumento delle temperature, delineando un contesto meteo dal sapore tipicamente estivo in tutto il territorio nazionale.   Tuttavia, va evidenziato che questa nuova fase anticiclonica non appare ancora del tutto consolidata. I modelli previsionali, infatti, lasciano intravedere la possibilità di un successivo peggioramento, una dinamica che sarà possibile analizzare con maggiore precisione nei prossimi aggiornamenti, quando i segnali attuali potranno essere confermati con maggiore attendibilità.

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