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METEO GIORNALE
  • La Niña: tutto pronto per uno stravolgimento del meteo

      La Niña, fenomeno meteo ciclico, causa un abbassamento delle temperature delle acque superficiali del Pacifico Centrale e orientale. Sebbene il Pacifico sia lontano dall’Europa e dall’Italia, gli effetti di questo evento si riflettono indirettamente sulle condizioni meteo, specialmente durante l’Inverno. Le dinamiche atmosferiche alterate da La Niña possono portare inverni rigidi con nevicate nel Nord Italia e in altre regioni europee.  

    Cosa comporta, in soldoni, da noi

    La Niña modifica la circolazione atmosferica globale, spostando la corrente a getto verso latitudini meridionali. Questo permette all’aria fredda del Circolo Polare Artico di penetrare in Europa con maggiore intensità. Durante l’Inverno, il Nord Italia sperimenta un incremento delle incursioni di aria gelida da nord-est, favorendo precipitazioni nevose sulla Pianura Padana e sulle aree alpine.  

    L'esempio delle nevicate

    Le nevicate più intense si verificano quando l’aria umida si combina con temperature basse. Eventi come questi sono stati osservati durante le fasi di La Niña più forti degli ultimi decenni, come nell’Inverno 2010-2011. Inoltre, la Niña è spesso associata a una fase negativa dell’Oscillazione Nord Atlantica (NAO), che abbassa la pressione atmosferica nella zona artica, incrementando le ondate di freddo sull’Europa Occidentale. Questi schemi favoriscono condizioni meteo intense, tra cui nevicate e gelo, particolarmente rilevanti per il Nord Italia.  

    La Niña e la stabilità socio-economica globale

    Oltre agli impatti sull’agricoltura, La Niña rappresenta una minaccia per la sicurezza alimentare globale. L’insicurezza alimentare è già diffusa in regioni vulnerabili, e i fenomeni estremi legati a La Niña potrebbero peggiorare la situazione. Si stima che circa 282 milioni di persone potrebbero affrontare gravi difficoltà, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Anche le economie sviluppate, inclusa quella italiana, potrebbero subire ripercussioni indirette, come l’aumento dei prezzi delle materie prime e la riduzione delle riserve agricole.  

    Strategie di mitigazione e preparazione

    Le organizzazioni internazionali stanno attivando misure per mitigare gli effetti di La Niña. La FAO sta lavorando per distribuire sementi resistenti alla siccità e migliorare l’accesso a risorse idriche alternative nelle aree più colpite. Anche l’Italia dovrà pianificare strategie per fronteggiare le sfide legate alla gestione delle risorse idriche, alla stabilità alimentare e alla resilienza delle comunità locali. Insomma, un problema che va ben oltre il meteo e richiede un'attenta analisi geopolitica.
  • Crollo della neve in Pianura Padana: i motivi meteo

      Negli ultimi anni, il crollo della neve in Pianura Padana è un fenomeno meteo di rilievo. La tendenza dell’Alta Pressione a rimanere ancorata sull’Europa o sulle Isole Britanniche ha contribuito a inverni più miti in molte regioni. Questo schema atmosferico impedisce alle masse d’aria fredda di origine siberiana di avanzare verso ovest, portando invece a temperature più alte rispetto alla media stagionale. Anche in Italia, gli inverni risultano spesso meno rigidi, con una riduzione significativa di episodi nevosi in pianura.   L’assenza di aria fredda in Valpadana compromette la formazione del "cuscinetto" gelido, riducendo la probabilità di nevicate estese. In molti casi, le temperature medie dei mesi invernali superano quelle registrate qualche decennio fa, alimentando la percezione di stagioni più miti. Tuttavia, non bisogna sottovalutare il ruolo della variabilità naturale nel determinare questi fenomeni.  

    Un fenomeno irreversibile?

    Il cambiamento climatico ha certamente un impatto sulle dinamiche atmosferiche, ma i pattern meteorologici rimangono una componente fondamentale della variabilità climatica naturale. La circolazione atmosferica è influenzata da molteplici fattori, tra cui la distribuzione di oceani e continenti, le temperature marine e la conformazione geografica. Sebbene il riscaldamento globale contribuisca ad alterare alcune tendenze, non tutte le variazioni meteorologiche possono essere attribuite a esso.   Ad esempio, l’attuale frequenza di alte pressioni in Europa potrebbe riflettere una fase di oscillazione naturale del clima. Fenomeni come l’oscillazione artica o il riscaldamento dell’Atlantico settentrionale giocano un ruolo significativo nell’influenzare la posizione degli anticicloni. Questo rende complesso distinguere tra i cambiamenti indotti dall’uomo e le normali fluttuazioni climatiche.  

    L'esempio della Valpadana

    La Valpadana, una delle regioni italiane più condizionate dai pattern invernali, ha registrato negli ultimi anni una diminuzione delle nevicate in pianura, che è sotto gli occhi di tutti. Questo fenomeno è attribuibile sia al riscaldamento globale che alla posizione più stabile dell’alta pressione sull’Europa occidentale. La combinazione di temperature medie più alte e una ridotta incidenza di correnti fredde contribuisce a limitare la formazione del cuscinetto freddo.   Gli inverni più miti di oggi non escludono la possibilità di stagioni più rigide in futuro, poiché la variabilità climatica naturale può alterare rapidamente le condizioni atmosferiche. In quest’ottica, la comprensione dei pattern rimane essenziale per interpretare correttamente i fenomeni meteorologici.  

    Le analisi dei modelli a lunga gittata

    I pattern meteorologici rappresentano una componente chiave del clima, influenzando non solo il tempo settimanale ma anche l’intera stagione. In Europa, l’interazione tra alta pressione e correnti fredde determina il carattere degli inverni, rendendoli più miti o più rigidi a seconda della posizione degli anticicloni.   Sebbene il cambiamento climatico svolga un ruolo importante, la variabilità naturale non può essere trascurata. Lo studio continuo di questi schemi è essenziale per migliorare la comprensione dei fenomeni atmosferici e prevedere con maggiore precisione gli eventi meteo estremi.
  • L’inverno si prende la scena meteo: nuovo impulso freddo a fine anno

    Gli ultimi giorni di dicembre si prospettano particolarmente turbolenti sul fronte meteo, con una configurazione dominata da correnti gelide provenienti da nord-est. Dopo un periodo natalizio segnato da un maltempo intenso, l’arrivo di un nuovo nucleo freddo orientale promette di accentuare ulteriormente l’instabilità atmosferica, soprattutto al Centro-Sud Italia e sulle Isole Maggiori.  

    Depressione fredda sul Mediterraneo: instabilità al Centro-Sud

    Le masse d’aria fredda, una volta entrate nel Mediterraneo, daranno origine a una profonda area di bassa pressione, che rimarrà attiva per diversi giorni. Questa depressione porterà un significativo peggioramento delle condizioni meteorologiche, con piogge abbondanti e persistenti lungo il versante tirrenico, le aree interne del Centro-Sud e le coste della Sicilia e della Sardegna.   Le temperature in calo favoriranno nevicate fino a quote collinari, con possibili accumuli consistenti nelle aree appenniniche centrali e meridionali. Tra le giornate del 27 e 31 dicembre, le simulazioni mostrano un’intensificazione dei fenomeni, con piogge particolarmente forti sulle regioni tirreniche e nevicate che potrebbero spingersi fino ai 300-500 metri in alcune zone.  

    Nord Italia: stabilità e clima secco

    In netto contrasto, il Nord Italia si manterrà ai margini di questa configurazione perturbata. Qui, la presenza di un campo di alta pressione garantirà condizioni di stabilità atmosferica, con cieli prevalentemente sereni o poco nuvolosi. Tuttavia, le notti saranno caratterizzate da temperature molto rigide, con forti gelate nelle valli e sulle pianure, dove il termometro scenderà ben al di sotto dello zero. Questa divisione netta tra Nord Italia e Centro-Sud Italia riflette il predominio delle correnti fredde orientali, che tendono a colpire in modo più diretto le regioni centrali, meridionali e insulari.  

    Maltempo intenso sulle Isole Maggiori

    Sardegna e Sicilia saranno particolarmente esposte ai fenomeni estremi. Le coste tirreniche della Sicilia vedranno piogge torrenziali, accompagnate da venti forti di maestrale e tramontana, che renderanno il clima ancora più rigido. In Sardegna, i rilievi interni potrebbero sperimentare nevicate abbondanti fino a quote medie, rendendo gli ultimi giorni dell’anno particolarmente invernali.  

    Fine anno turbolento al Centro-Sud

    Il periodo compreso tra il 27 e il 31 dicembre rappresenterà l’epilogo di un mese di dicembre che ha visto l’inverno imporsi con decisione. Le regioni del Centro-Sud, in particolare il versante tirrenico e adriatico, saranno le più colpite, con forti piogge, neve in collina e venti intensi. Le temperature si manterranno ovunque sotto la media stagionale, con un contrasto evidente tra le aree costiere, mitigate dalla vicinanza al mare, e le zone interne, dove il freddo sarà pungente. Anche le aree appenniniche vedranno nevicate significative, mentre al Nord Italia l’atmosfera resterà più tranquilla, sebbene gelida.  

    Contrasti meteo per un inverno dinamico

    L'Italia divisa tra il freddo secco del Nord e il maltempo gelido del Centro-Sud segna un finale di dicembre dai tratti decisamente invernali. Questo scenario conferma la natura dinamica di un inverno che, già dalle festività natalizie, ha mostrato il suo lato più rigido e imprevedibile.

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