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Home Geofisica Storia dei terremoti dei Castelli Romani

Terremoti nei Castelli Romani

Una presunta faglia sismica sotto il suolo dei Colli Albani: la nostra analisi tende ad escluderla.

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Abbiamo ricevuto un'interessante immagine da parte di un fan della nostra pagina Facebook, Andrea Ciafrei (che ringraziamo) riguardo ad una faglia che l'ottima app "Terremoto!" localizza al di sotto del suolo dei Colli Albani e che taglierebbe il settore meridionale più o meno da Lariano ad Aprilia. La segnalazione ci ha messo curiosità perché in praticamente tutte le mappe di faglie del Centro Italia essa non compare, abbiamo quindi creato tramite lo strumento ISIDE dell'Ingv una mappa con tutti i terremoti, anche solo strumentali degli ultimi 8 anni e li abbiamo sovrapposti alla faglia indicata. A fronte di 175 movimenti registrati totali in una distanza di 12 km radiali da Rocca di Papa, quelli sovrapponibili anche solo largamente, alla faglia sono si e no una 30ina, con la totale assenza di eventi sulla linea di faglia a sud di Velletri verso Aprilia, quindi con i 3/5 della presunta faglia privi di terremoti. Su tale linea, peraltro, non si pongono i 2 più forti terremoti della serie: quello di 3.5 gradi dello scorso anno a Monte Compatri e quello di 3.8 gradi di Ciampino nel 2008; se esistesse una faglia i terremoti più forti dovrebbero insistere su questa perché statisticamente esse generano terremoti più forti di quanto non facciano sismogenetiche vulcaniche come quella che è da sempre ritenuta essere quella albana. Volendo escludere la presenza di altre faglie non si spiegano poi con la faglia Lariano-Aprilia le concentrazioni di sismi di Laghetto, Ciampino e Gallicano.

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Il vulcano spinge sotto i Colli Albani di Franco Foresta Martin

 

Non eruttano da ventimila anni, eppure i Colli Albani, che comprendono i crateri vulcanici più vicini a Roma, continuano a sollevarsi come l' impasto per la pizza. La più precisa misura del sollevamento dell' area è stata fatta quest' anno dall' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e ha dato come risultato una media di 4 millimetri l' anno. Se continua così, alla fine del secolo, gli abitanti di Albano, Ariccia e Nemi si ritroveranno una quarantina di centimetri più in alto. "Precedenti studi del nostro Istituto avevano accertato che nel periodo 1950-1990 questa area si era già sollevata di 30 cm, con un tasso di crescita di circa 7 millimetri l' anno. Il fenomeno era culminato con la lunga crisi sismica del 1989-90 -spiega il sismologo Stefano Salvi, dirigente di ricerca dell' Ingv-. Ora abbiamo effettuato un' analisi molto più approfondita, utilizzando 140 immagini dei Colli Albani riprese dal satellite ERS dell' Agenzia spaziale europea, da un' altezza di 785 km, durante il periodo 1992-2000. Risultato: il fenomeno di sollevamento continua, anche se più ridotto". Ma l' aspetto forse più interessante della ricerca sta nell' elaborazione di modelli che permettono di indagare sulle cause del sollevamento. Sembra proprio che sotto il Lago di Albano e la Piana di Ariccia, a profondità fra 5 e 7 km, ci siano due bolle di magma e di gas. "Non c' è alcun pericolo imminente, ma il monitoraggio è opportuno, dato che i Colli Albani si devono considerare vulcani ancora attivi, anche se quiescenti", conclude Salvi.

(dal Corriere della Sera del 21 ottobre 2004)

Sotto i piedi di Roma si agita un vulcano di Franco Foresta Martin

Sembrava totalmente inattivo da almeno 20 mila anni il Vulcano Laziale, quel grande complesso di colline e di crateri riempiti d' acqua e trasformati in laghi che si estende ai piedi di Roma, nella localita' dei cosiddetti Castelli Romani. E invece da' segni di rinnovata attivita' . In alcuni punti il suolo lievita e si solleva di alcune decine di centimetri. Si puo' parlare di un vero e proprio "bradisismo", simile a quello dei Campi Flegrei. La scoperta, recentissima, ci viene segnalata dai ricercatori dell' Istituto nazionale di Geofisica (Ing), proprio all' indomani delle numerose scosse di terremoto avvertite la scorsa settimana a Roma. "L' evidenza del sollevamento in atto l' abbiamo avuta pochi mesi fa, nel corso di una campagna di misure effettuata lungo una linea di livellazione munita di capisaldi che attraversa i Castelli", spiega il sismologo Alessandro Amato, uno degli autori della ricerca. "Questa linea di una quarantina di km si sviluppa lungo le localita' di Capannelle, via Appia, Frattocchie, Laghi di Albano, Nemi e Genzano, Velletri e Cisterna di Latina. Le sue quote erano state misurate due volte, nel 1890 e nel 1951 dall' Istituto Geografico Militare".

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A lezione di sisma di Enzo Boschi

Roma sperimenta sporadicamente terremoti sensibili per la popolazione, e ancor piu' raramente terremoti abbastanza forti da produrre modesti danni alle strutture. Questi terremoti "romani" possono essere suddivisi in tre grandi categorie: 1) I terremoti appenninici, in genere eventi distruttivi all' epicentro che vengono risentiti fortemente fino alle coste adriatiche e tirreniche. Terremoti di questo tipo, l' ultimo dei quali e' stato quello che ha devastato Avezzano e la Marsica nel 1915 uccidendo oltre 30.000 persone, vengono risentiti a Roma con intensita' fino all' VIII grado della scala Mercalli. Ad Esempio, il Colosseo e' stato ripetutamente danneggiato da eventi di provenienza appenninica agli inizi del V secolo, tra il 484 e il 508, nell' 801, nel 1349, nel 1703. Restauri completati nel 1815 consentirono al Colosseo di soppravvivere senza alcun danno al terremoto del 1915, che tuttavia dannegia' almeno 50 chiese nel centro di roma. 2) I terremoti della zona dei Castelli Romani, eventi legati alla fase terminativa dell' attivita' vulcanica che ha modellato questa zona. I terremoti dei Castelli si presentano o in sciami, come quelli del maggio del 1981 e dell' aprile del 1989, che possono dare anche migliaia di scosse in prevalenza strumentali nell' arco di diversi mesi, o in scosse isolate come quelle che colpirono Frascati nel 1899 e Nemi nel 1927.

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