Terremoti nei Castelli Romani
La storia sismica dei Castelli Romani - Colli Albani: Epoca anticaIn epoca antica i Colli Albani erano costellati di floride città riunite nella Lega Latina: il cuore di questa nazione era il grande tempio di Giove Laziale posto sulla vetta di Monte Cavo, luogo pregno di suggestione per il suo essere un antico vulcano dunque legato alla simbologia del fuoco divino e posto così in alto da essere visibile da tutte le città della Lega e dagli agri circostanti, abitati spesso da popolazioni ostili. I resti del tempio sono tuttora visibili in mezzo allo scempio delle antenne, del convento diruto e della caserma che occupano l’ex Mons Albanus. Questa grande Civiltà Laziale non ci ha purtroppo lasciato notizie di eventi sismici che probabilmente si saranno verificati con frequenza: le ragioni sono probabilmente di tipo culturale e bellico. Anticamente i terremoti erano certamente interpretati come segni divini e non venivano investigati in quanto fenomeni naturali: questo comporta che a parte esorcizzarli con cerimonie e sacrifici non ne restasse traccia in scritti, lapidi eccetera. Se documenti di questo tipo siano stati prodotti ad Alba Longa, Tusculum e nelle altre città latine non ci è ancora dato saperlo causa la conquista romana e le devastazioni dell’area seguite alla battaglia del Lago Regillo del 499 a C. In mancanza quindi di fonti locali i primi duemila anni di documentazione sismica dei Colli Albani coincidono, anzi risiedono nella storia sismica di Roma.
Il primo terremoto avvertito a Roma di cui si ha notizia in epoca storica è quello del 461 a.C. che ebbe come epicentro una zona molto prossima alla città: questo perché l’estensione dell’allora Repubblica era limitata alla città e zone immediatamente confinanti. Livio e Dionigi di Alicarnasso che ne danno conto non riferiscono di danni a cose o persone e la magnitudo di quel sisma che potrebbe avere avuto origine sui Colli Albani è stata in qualche modo stimata dai ricercatori a 4.5 gradi.
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