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METEO GIORNALE
  • Capodanno, poi l’Epifania: METEO delle festività sempre uguale

    Lo è stato negli ultimi anni, pur con qualche piccola variazione al tema. Al tema meteo climatico dell'Alta Pressione, che vuoi o non vuoi ha sempre prevalso. Ricordiamo fin troppo bene proiezioni stagionali, autorevolissime ci mancherebbe altro, puntare decise in direzione del bel tempo.   Idem quest'anno, perché dovendo ricordare le proiezioni modellistiche di qualche settimana fa beh, il tema sarebbe sempre quello. Tralasciamo per un attimo Gennaio, pure Febbraio, proviamo a focalizzare l'obbiettivo sulle prossime festività: Capodanno e l'Epifania, che tutte le feste si porta via...   Gli autorevoli centri di calcolo internazionali faticano. Faticano a dirci, con certezza, se l'Alta Pressione sarà in grado di resistere oppure no. Sapete da cosa scaturiscono le difficoltà? Dal fatto che stanno cercando di stabilire se e in che misura avverrà un condizionamento del Vortice Polare.   Come detto siamo in presenza del solito, potentissimo Vortice Polare, pronto a modulare la circolazione atmosferica in modalità "zonale". Quindi correnti sparate da ovest verso est, quelle correnti che di solito condizionano negativamente la stagione invernale. Perlomeno alle nostre latitudini, laddove la presenza dell'Alta Pressione diventerebbe ingombrante.   Il risultato, però, non è affatto scontato. Non lo è per tutta una serie di motivi, vuoi perché alcuni pattern climatici puntano altrove vuoi perché La Nina sta cercando in tutti i modi di prendere parola. Ci riuscirà? Vedremo...   Quel che è certo, ad oggi, è che sulle prossime festività regna sovrana l'incertezza. Si va dalla tenuta anticiclonica al possibile smantellamento dell'Alta Pressione con conseguenti peggioramenti. Peggioramenti che inizialmente arriverebbero dal Nord Atlantico, ma che poi potrebbero avere nuovamente una componente fredda polare, infine potrebbero sfociare in un'altra, possente irruzione artica.   Magari dopo le festività, quindi per quanto riguarda Capodanno e soprattutto l'Epifania si punta a scongiurare la presenza del possente Anticiclone. Volendo stilare un'ipotesi più o meno affidabile possiamo dirvi che i primissimi giorni dell'anno potrebbero proporci bel tempo, mentre per l'Epifania potremmo registrare un peggioramento.   Questa, a nostro avviso, la soluzione più probabile. E non perché si voglia a tutti i costi dipingere uno scenario immaginario, bensì perché anche nei vari modelli previsionali si scorgono segnali in tal senso. Segnali che, vuoi o non vuoi, certificano la grande incertezza evolutiva di questo periodo.   Ed allora non ci resta che attendere ancora qualche giorno, qualche giorno di pazienza, qualche giorno di attente osservazioni e analisi modellistiche. Dopodiché saremo in grado di stilare un trend evolutivo univoco, senza sé senza ma. Se dovesse condurvi verso l'Alta Pressione tranquilli, saremo i primi a darvene conto.
  • Meteo, il gelo dalla Russia diromperà in Europa da Capodanno

    Meteo: il gelo della Russia si prepara a investire l’Europa e l’Italia potrebbe vedere neve in pianura tra Capodanno el’Epifania

    Secondo le ultime analisi meteo, un cambiamento atmosferico significativo potrebbe interessare l’Italia nei prossimi giorni, con un’ondata di aria gelida proveniente dalla Russia in grado di raggiungere il nostro territorio proprio a ridosso dell’Epifania. I modelli matematici, in particolare quello americano, delineano uno scenario che include l’apertura di un corridoio di aria fredda diretto dall’Europa orientale verso la nostra penisola.

    Aria fredda dalla Russia verso l’Europa orientale

    Le simulazioni meteorologiche attuali suggeriscono che il gelo russo invaderà ampie porzioni dell’Europa orientale, coinvolgendo i Balcani con temperature abbondantemente sotto la media stagionale. Questo quadro meteo è supportato da una dinamica atmosferica a livello emisferico che evidenzia una marcata variabilità climatica. Ad esempio, negli Stati Uniti d’America, la prima decade di gennaio 2025 sarà caratterizzata da una possente ondata di gelo, accompagnata da nevicate estese e valori termici molto bassi. Sul versante europeo, un’area di alta pressione tende a stabilizzarsi nella regione dell’Islanda, configurazione favorevole a favorire correnti fredde di origine orientale che potrebbero propagarsi verso il Mar Tirreno. Qui, il contrasto tra l’aria gelida e le masse d’aria più temperate potrebbe generare sistemi di bassa pressione, aumentando la probabilità di fenomeni di maltempo sull’Italia.  

    Rischio neve a basse quote sull’Italia

    In presenza di bassa pressione sul Mar Tirreno, si verifica spesso un richiamo di aria fredda dai Balcani, che combinandosi con i contrasti termici può dar luogo a precipitazioni nevose a quote molto basse, talvolta fino in pianura. In questa fase, non si esclude la possibilità di neve su città come Roma e Firenze, anche se resta un’ipotesi al limite, legata all’evoluzione di questo specifico scenario atmosferico. Attualmente, non si può ancora confermare con certezza l’arrivo diretto di una massa di aria gelida sull’Italia. Tuttavia, il gran freddo che interesserà il Nord Europa e i Balcani rappresenta un segnale importante. Se l’aria fredda dovesse effettivamente affluire sul nostro territorio in concomitanza con la formazione di sistemi di bassa pressione, sarebbe possibile assistere a un abbassamento delle temperature significativo, con episodi di neve fino a quote pianeggianti.  

    Impatto sul meteo delle regioni italiane

    Le regioni tirreniche, come di consueto in presenza di sistemi di bassa pressione, saranno le prime a essere coinvolte da eventuali precipitazioni. Nel caso in cui il freddo proveniente dall’Europa orientale riesca a interagire con queste perturbazioni, le possibilità di vedere neve anche a quote molto basse aumenteranno considerevolmente. Tale configurazione potrebbe interessare città come Napoli, Perugia e le aree interne del Centro Italia, oltre a quelle del Nord Italia già predisposte a fenomeni nevosi invernali. Anche il Sud Italia e le Isole Maggiori potrebbero risentire degli effetti indiretti di questa dinamica. In particolare, sulla Sicilia e sulla Sardegna, il freddo potrebbe contribuire a portare precipitazioni significative sulle aree montuose, con possibilità di neve a quote collinari.  

    Tendenza per l’Epifania

    L’approssimarsi dell’Epifania rappresenta un momento chiave per l’evoluzione di questa situazione meteorologica. L’interazione tra l’aria fredda orientale e le eventuali perturbazioni atlantiche potrebbe generare condizioni ideali per fenomeni di maltempo diffusi. È fondamentale continuare a monitorare i modelli matematici nei prossimi giorni per verificare se tale configurazione verrà confermata. Il gelo russo rimane una minaccia concreta per l’Italia, soprattutto se si verificassero ulteriori rinforzi dell’alta pressione sull’Islanda, che favorirebbero una circolazione atmosferica favorevole al trasporto di masse d’aria molto fredda verso l’Europa meridionale. Le condizioni meteo dei prossimi giorni saranno cruciali per delineare un quadro più dettagliato e per comprendere meglio l’impatto di questa possibile ondata di freddo.
  • Valle Padana, quando nevicherà

    Ci si domanda quando possa tornare la neve in Valle Padana, mentre in questi giorni le cronache dei giornali riportano le fortissime nevicate natalizie che hanno interessato le regioni adriatiche e l’Appennino, eventi che non si verificavano da molti anni. Peraltro, un’ondata di maltempo con neve natalizia così intensa non si vedeva dal lontano 1986 nelle regioni centro-meridionali.   Il contesto climatico attuale evidenzia un aumento della temperatura media nelle regioni settentrionali di circa 2 °C rispetto agli anni ’70. Si tratta di un incremento considerevole, soprattutto se confrontato con l’aumento della temperatura globale, che nello stesso periodo è cresciuta della metà, ovvero di 1 °C. Questo incremento è avvenuto in gran parte negli ultimi 15 anni per due cause principali: la diminuzione significativa delle irruzioni di aria fredda provenienti dalla Russia durante l’inverno, che ha portato a un aumento delle temperature invernali, e la persistenza sempre più marcata delle alte pressioni africane durante la stagione estiva.   Anche le stagioni intermedie si sono riscaldate: un po' meno la primavera, ma in modo decisamente più evidente l’autunno. Di conseguenza, con l’aumento della temperatura media, la neve che in passato cadeva in pianura Padana con temperature prossime a 0 °C oggi si trasforma più frequentemente in pioggia. Inoltre, è cambiato anche il regime pluviometrico: le precipitazioni sono meno frequenti ma, quando si verificano, risultano spesso più intense.   La domanda spontanea è: quando tornerà la neve in questa parte d’Italia, dove un tempo l’inverno portava abbondanti nevicate? Finché non cambierà il pattern meteorologico, ovvero la configurazione generale delle correnti atmosferiche, la possibilità di nevicate rimarrà molto scarsa, limitata a fenomeni del tutto occasionali, come accaduto alla fine di dicembre 2020, quando si verificarono nevicate soprattutto nel settore centro-occidentale. Per il resto, si sono osservati episodi di nevischio o deboli nevicate.   Gli esperti sostengono che, con l’aumento della temperatura globale, potremmo assistere a ondate di gelo più intense. Tuttavia, se la "porta dell’est", ovvero la circolazione atmosferica dalla Russia, non si apre, le possibilità di nevicate resteranno scarse. Questo perché le correnti provenienti da nord sono più miti, a causa dell’aumento medio delle temperature. Per vedere neve abbondante, servirebbe un freddo consistente, capace di portare le temperature a 0 °C anche di giorno, condizione necessaria per la formazione del "cuscinetto freddo" tipico della pianura Padana.   Le proiezioni dei modelli matematici indicano una maggiore probabilità di eventi meteorologici significativi quest’anno rispetto agli anni precedenti. Questi eventi sembrano concentrarsi nel periodo successivo a Capodanno, con possibilità di nevicate forse simili a quelle di fine dicembre 2020. Tuttavia, ogni scenario meteorologico è unico, e non si può prevedere con certezza ciò che accadrà. Rimaniamo in attesa di ulteriori aggiornamenti e commenteremo l’evoluzione meteo man mano che emergeranno informazioni più precise.

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Temperature in lieve discesa, in attesa di una nuova fiammata africana

La settimana che si apre oggi vedra' le temperature dei Castelli Romani in lieve diminuzione rispetto agli infernali valori di quella scorsa: infiltrazioni fresche dl nord Europa mitigheranno la calura scatenando temporali nel nord Italia e localmente in Appennino.

Le piogge non dovrebbero riguardare le nostre zone, ma assisteremo ad un aumento della ventilazione e appunto un abbassamento delle temperature, a ridosso delle medie stagionali.

Gia' da giovedi'/venerdi' preo' l'anticiclone africano tornera' a farci visita con una nuova massiccia avvenzione calda che avra' i suoi massimi nel weekend e l'inizio della settimana prossima.

Di piogge nemmeno a parlarne e questo aggrava la vera o presunta crisi idrica dei Castelli Romani: giugno 2012 chiudera' praticamente a secco ed i mesi che lo seguono sono statisticamente i piu' aridi dell'anno. Ci domandiamo cosa berremo a settembre se gia' a giugno Acea Ato2 ci stacca l'acqua.

A questo proposito abbiamo ricevuto una drammatica email da Rocca Priora, in cui ci descrivono l'assurdita' e il disagio di abitare a soli 20 km da Roma e dover vivere con l'acqua razionata, di giorno e di notte. Invitiamo tutti i lettori a segnalarci questi disagi a mezzo Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , guestbook o attraverso i nostri contatti Facebook e Twitter: se non abbiamo parlato dei disagi in alcuni comuni e' semplicemente perche' non avevamo segnalazioni da li'.

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