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METEO GIORNALE
  • Inizio Gennaio 2025, la notizia METEO più attesa. Eccola

    Sì, è una notizia importante. Sì, è notizia che potrà accontentare tanti e scontentare molti. Partiamo dal principio: l'irruzione artica natalizia. Già, per capire come evolveranno le condizioni meteo climatiche d'inizio anno dovremo attendere che si risolva la crisi invernale dei prossimi giorni.   Una crisi mica male, stavolta non sarà una toccata e fuga come l'affondo polare ormai alle spalle. Stavolta si tratterà di qualcosa di ben più profondo, strutturato, insistente. L'ampia depressione artica, che andrà a stazionare per giorni tra l'Egeo e lo Ionio, impedirà almeno inizialmente un forte consolidamento anticiclonico.   Consolidamento che ci sarà, ma nei bassi strati persisterà una circolazione secondaria, fredda, pienamente invernale, capace di estendersi addirittura fin sulla Penisola Iberica. Ed allora non dobbiamo stupirci se alcune proiezioni modellistiche lasciano intravedere ulteriore instabilità anche per gli ultimi giorni del 2024.   Così come non dobbiamo stupirci se le proiezioni termiche non hanno quasi mai evidenziato un'impennata preoccupante. No, le temperature non dovrebbero schizzare all'insù come in altre circostanze. Anzi, a quanto pare potrebbero mantenersi in linea con le medie stagionali, se non addirittura al di sotto.   Le massime potrebbero salire qualora il sole dovesse prendere il sopravvento, ma ciò è assolutamente normale. Le minime, al contrario, si manterrebbero piuttosto basse favorendo le gelate. Insomma, per farla breve il clima pienamente invernale potrebbe proseguire e sapete qual è la cosa più importante?   Al momento non s'intravede una matrice anticiclonica subtropicale tale da far gridare allo scandalo. Magari poi ci sarà, magari tra qualche giorno parleremo di nuove proiezioni modellistiche e di un Gennaio pienamente anticiclonico, ma in questo momento no, non possiamo farlo, si tratterebbe di mentire.   Siamo piuttosto fiduciosi, lo ripetiamo, sul fatto che Gennaio potrebbe riservare altri colpi di scena. Forse sarà un po' meno dinamico di Dicembre, specie nella sua prima metà, ma l'Inverno potrebbe graffiare ancora. Anzi, attenzione perché tra la seconda metà di Gennaio e Febbraio potrebbe scapparci l'evento gelido di cui tanto s'è scritto.   Evento gelido siberiano, non un evento gelido qualsiasi. Ed allora sarà bene farsi trovare pronti, preparati, pronti per un Inverno 2025 che avrà tanto da dirci.
  • Turismo invernale al passo della Mendola. Tra sci e ciaspolate in Trentino

    Il Passo della Mendola è una destinazione invernale ideale per chi desidera una perfetta combinazione di sport e natura nel cuore del Trentino. Situato tra le maestose cime che separano il Trentino dall’Alto Adige, questo luogo offre una vasta gamma di attività per gli appassionati di sci e per chi preferisce le tranquille escursioni con le ciaspole. Durante l’inverno, le piste e i sentieri si trasformano in un paradiso innevato, adatto sia ai principianti che agli esperti.   Il microclima del Passo della Mendola, influenzato dal Lago di Garda, è caratterizzato da una dolcezza climatica che mitiga i rigori invernali tipici delle alte quote. Tra dicembre e febbraio, le temperature variano tra i -4°C e i 4°C, con estremi che possono raggiungere i -10°C nelle notti più fredde e i 10°C durante le giornate soleggiate. L’assenza di vento gelido rende l’esperienza all’aperto particolarmente piacevole, anche quando la neve copre tutto con un manto bianco.   Il Passo della Mendola è un luogo ideale per le escursioni sciistiche e le ciaspolate. I pendii dolci e le foreste estese offrono un palcoscenico perfetto per queste attività outdoor. Le piste, tracciate con cura, permettono sia ai principianti che agli sciatori esperti di trovare la loro dimensione ideale, circondati da paesaggi mozzafiato. Le ciaspolate, lungo percorsi segnalati e immersi nella quiete del bosco, regalano momenti di riflessione e la possibilità di osservare tracce di animali, godendo della magia della natura.   Oltre allo sport, il Passo della Mendola è custode di una cultura montanara autentica, con tradizioni locali e una gastronomia di montagna da scoprire visitando le malghe storiche e degustando prodotti tipici come lo strudel e i canederli trentini. Questa combinazione di relax, attività fisica e arricchimento culturale rende il turismo invernale al Passo della Mendola un’esperienza indimenticabile.   Il Passo della Mendola incanta i visitatori con il suo connubio di sport e natura. Le piste da sci soddisfano gli appassionati di discese innevate, mentre le ciaspolate offrono un’alternativa unica per chi desidera immergersi nel silenzio e nella tranquillità dei paesaggi invernali del Trentino. Ogni attività consente di scoprire angoli nascosti e panorami mozzafiato, rendendo il turismo invernale al Passo della Mendola non solo una fuga dalla quotidianità, ma anche un’opportunità per riscoprire il ritmo naturale delle stagioni e la bellezza dell’ambiente alpino.
  • Cambiamenti climatici: foreste di faggio a rischio in Europa, ma in Italia…

    I cambiamenti climatici stanno progressivamente compromettendo le foreste di faggio in Europa, secondo un nuovo studio condotto dall’Istituto Federale Svizzero per la Ricerca Forestale, sulla Neve e il Paesaggio (WSL). Il rapporto, intitolato “Back to the future – A new look at the prospects for beech after 20 years of research and advancing climate change”, rivela che gli effetti dei cambiamenti climatici sono già profondamente visibili e potrebbero intensificarsi in futuro, mettendo a rischio la sopravvivenza di queste foreste.  

    Il declino dei faggi a causa della siccità estrema

    Gli esperti del WSL hanno analizzato dati aggiornati rispetto agli studi del 2004 e del 2005, identificando il forte impatto delle siccità estreme sugli alberi di faggio. Eventi climatici estremi, come quelli osservati tra il 2018 e il 2023, hanno già causato danni significativi. Arthur Gessler, il principale autore dello studio, sottolinea che, anche in scenari climatici ottimistici, le foreste di faggio continueranno a subire forti pressioni. Secondo i ricercatori, la vulnerabilità del faggio alle condizioni di siccità e calore rende necessario un approccio forestale più resiliente. Si raccomanda di introdurre specie tolleranti alla siccità, come la quercia, per mitigare l’impatto climatico e promuovere una maggiore biodiversità. La diversità genetica e strutturale delle foreste potrebbe inoltre contribuire a ridurre i rischi, evitando il collasso completo di questi ecosistemi.  

    Declino della crescita degli alberi in Europa

    I risultati del WSL confermano le conclusioni di uno studio paneuropeo che prevede una significativa riduzione della crescita dei faggi entro la fine del secolo. Analizzando 780.000 anelli di crescita di alberi dal 1955 al 2016, è stato riscontrato un calo del 20% della crescita nelle aree del Sud Europa, mentre nelle regioni settentrionali, come la Scandinavia, si è osservato un leggero aumento. Le previsioni suggeriscono scenari variabili: nelle aree meridionali, la crescita potrebbe diminuire del 30% entro il 2050, in uno scenario ottimistico, o calare tra il 20% e il 50% in uno scenario più pessimista. Al contrario, le regioni ad alta quota e il Nord Europa potrebbero vedere un aumento della predominanza del faggio, a causa della difficoltà di adattamento di altre specie.  

    Resilienza nel Sud Europa e lezioni per il futuro

    Uno studio parallelo condotto lungo la penisola italiana ha evidenziato come i faggi meridionali mostrino una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici, grazie alla loro adattabilità genetica a condizioni più rigide. Tali caratteristiche potrebbero essere sfruttate per migliorare la gestione forestale e rafforzare la resistenza agli eventi estremi futuri. In Italia, le foreste di faggio dimostrano capacità di adattamento differenti, in base all’efficienza nell’uso dell’acqua e alla crescita radiale annuale. Queste differenze regionali offrono spunti preziosi per pianificare strategie forestali su misura.  

    L’importanza ecologica ed economica del faggio in Europa

    Le foreste di faggio sono tra gli ecosistemi più preziosi e ricchi in Europa, sia dal punto di vista ecologico che economico. Il faggio, essendo una specie dominante, offre habitat per circa 10.000 specie di flora, fauna e funghi. Le foreste antiche, in particolare, forniscono rifugi cruciali per animali come i pipistrelli e gli uccelli che nidificano nelle cavità. Dal punto di vista climatico, i boschi di faggio svolgono un ruolo fondamentale nella gestione delle risorse idriche. Gli alberi incanalano l’acqua piovana lungo i loro tronchi, contribuendo alla ricarica delle falde acquifere e sostenendo gli organismi del suolo. Inoltre, le foreste di faggio regolano il ciclo del carbonio, assorbendo grandi quantità di CO2. Nonostante la loro adattabilità a diversi tipi di suolo, queste foreste richiedono un’atmosfera umida con precipitazioni distribuite uniformemente durante l’anno e terreni ben drenati. Sebbene possano sopportare rigidi inverni, sono particolarmente sensibili alle gelate primaverili.  

    Le foreste di faggio patrimonio dell’UNESCO

    Le foreste primordiali di faggio dei Monti Carpazi, considerate le più grandi e intatte foreste temperate d’Europa, sono state inserite nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2007. Questo riconoscimento sottolinea il loro valore ecologico, culturale e paesaggistico, nonché la necessità di preservarle in un contesto di cambiamenti climatici sempre più accelerati.

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Previsioni meteo Italia 18 e 19 settembre 2010

Previsioni a cura di Marco Mastrofini studente dell'Istituto Tecnico Aeronautico di Sato "Francesco De Pinedo"

Situazione per questo fine settimana:

Sabato 18/09/2010: Cattivo tempo al Nord per tutta la giornata con probabili piogge a causa di un fronte caldo già arrivato da oggi e a causa di un fronte freddo in arrivo da ovest, che comporterà anche un peggioramento delle condizioni meteorologiche al Centro sin dalle prime ore del pomeriggio e sulla Sardegna sin dalla tarda mattinata. Sereno al Sud anche se cominceranno ad esserci nuvole su Campania, Puglia, Basilicata verso il pomeriggio, escludendo pero' la possibilita' di piogge.

 

 

Domenica 19/09/2010: Per questa giornata avremo un miglioramento delle condizioni meteorologiche al Nord verso la tarda mattinata mentre al Centro e al Sud ci sarà ancora cattivo tempo con probabili temporali e rovesci di pioggia associati al fronte freddo che sta attraversando l'Italia centrale e meridionale. Variabile in Sardegna.

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