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METEO GIORNALE
  • Turismo a Ljubljana. Guida alle temperature invernali e abbigliamento consigliato

    Ljubljana accoglie i visitatori con un'atmosfera invernale incantevole, rendendola una meta affascinante anche nei mesi più freddi. Questa guida offre informazioni utili sulle condizioni climatiche della capitale slovena in inverno e suggerimenti sull’abbigliamento più adatto per godere appieno delle esperienze offerte. Le temperature invernali a Ljubljana possono variare notevolmente, richiedendo una pianificazione attenta dell’equipaggiamento personale. Passeggiate lungo le sponde innevate del fiume Ljubljanica e visite ai mercatini natalizi richiedono un abbigliamento adeguato per affrontare il freddo mantenendo il comfort.   Durante l’inverno, la città si trasforma in un quadro da cartolina grazie al manto nevoso che ricopre tetti e viali. Le temperature, che oscillano tra 0 e 5°C, richiedono una strategia accurata nella scelta dell’abbigliamento. Un cappotto avvolgente e isolante, preferibilmente lungo fino al ginocchio e imbottito con materiali termici come il piumino, è essenziale. I cappotti tecnici con cerniere rinforzate e cuciture sigillate offrono protezione anche durante le nevicate.   Gli accessori sono altrettanto importanti. Una sciarpa in lana merino o cashmere, grazie alla sua capacità di ritenzione del calore, è ideale per proteggere il collo e le vie respiratorie. I guanti in pelle con fodera termica o in tessuti tecnici traspiranti e idrorepellenti sono indispensabili per manipolare mappe e dispositivi mobili senza soffrire il freddo.   Oltre al vestiario, Ljubljana offre numerose attrazioni invernali. Il centro storico, privo di traffico automobilistico, invita a piacevoli passeggiate tra monumenti secolari e scorci incantevoli. La visita al castello di Ljubljana, raggiungibile con una funicolare a vetri che offre una vista panoramica sulla città imbiancata, è un’esperienza imperdibile. Dall’alto, la vista sulla città innevata è suggestiva e, con l’abbigliamento giusto, se ne può godere in totale comfort.   Le opportunità di divertimento in città riscaldano il cuore dei visitatori. I musei, come il Museo Nazionale e il Museo di Arte Moderna, offrono l’occasione di scoprire il patrimonio artistico e storico sloveno. I caffè e i ristoranti locali permettono di assaporare piatti tipici accompagnati da una tazza di cioccolata calda o un bicchiere di vin brulè.   Con un clima continentale influenzato dalle Alpi Giulie, Ljubljana in inverno è fredda ma affascinante, offrendo un’esperienza variegata tra natura e cultura. Le giornate possono essere imprevedibili, con possibilità di sole o momenti più uggiosi. Vestirsi adeguatamente è fondamentale per assicurarsi un soggiorno piacevole in qualsiasi condizione climatica. La chiave è stratificare, restare al caldo e lasciarsi incantare dalla bellezza invernale di Ljubljana.
  • Il cambiamento climatico ha portato 41 giorni in più di calore estremo nel mondo nel 2024

    Il 2024 si sta rivelando uno degli anni più caldi mai registrati, con un incremento medio globale di 41 giorni caratterizzati da calore estremo. Questo fenomeno, legato al cambiamento climatico antropogenico, ha colpito regioni di tutto il mondo, dai centri urbani del Nord America alle pianure dell'Africa Occidentale, passando per l’Acropoli in Grecia e raggiungendo i paesi del Sud e del Sud-Est asiatico. In alcune aree, i giorni di temperature elevate hanno superato le 150 unità, una condizione senza precedenti che evidenzia la crescente gravità della crisi climatica.  

    Eventi meteorologici estremi e legami con il cambiamento climatico

    Un gruppo di ricercatori, affiliati a World Weather Attribution e Climate Central, ha condotto un'analisi approfondita che mette in luce come il 2024 abbia infranto diversi record climatici. Le temperature registrate indicano un riscaldamento globale accelerato, rendendo quest’anno il più caldo mai misurato nella storia recente. Nonostante lo studio non sia ancora sottoposto a revisione paritaria, i metodi impiegati sono stati già validati da ricerche scientifiche precedenti.   Tra i 29 eventi meteorologici estremi analizzati nel corso dell’anno, ben 26 sono stati direttamente influenzati dal cambiamento climatico. Le ondate di calore estremo, la siccità, i cicloni tropicali e le precipitazioni intense hanno devastato ampie aree del pianeta, causando 3.700 decessi accertati e il dislocamento di milioni di persone. Le acque oceaniche più calde e un’atmosfera sempre più riscaldata hanno intensificato tempeste e precipitazioni, contribuendo a danni materiali e umani di proporzioni drammatiche.  

    L'umanità vicina al superamento del limite di 1,5°C

    Un segnale allarmante è l'avvicinarsi al limite di 1,5°C di riscaldamento rispetto ai livelli pre-industriali, fissato dall’Accordo di Parigi. Sebbene per considerare tale soglia superata in modo definitivo sia necessario un riscaldamento prolungato per decenni, il 2024 rappresenta un chiaro monito: il pianeta è sull'orlo di un cambiamento irreversibile.   Friederike Otto, scienziata climatica presso l’Imperial College e responsabile di World Weather Attribution, ha dichiarato che il continuo utilizzo di combustibili fossili sta aggravando la situazione. Le ondate di calore, in particolare, sono tra gli eventi più devastanti esacerbati dal cambiamento climatico, causando danni significativi in termini di vite umane e mezzi di sussistenza, soprattutto nelle aree più vulnerabili e meno sviluppate.  

    Impatti globali: dal Nord America all'Asia

    Le ondate di calore nel Nord America hanno raggiunto intensità mai osservate prima, mettendo a dura prova le infrastrutture e causando blackout energetici in numerose città. In Africa Occidentale, le siccità prolungate hanno compromesso la produzione agricola, aumentando l’insicurezza alimentare per milioni di persone. L’Acropoli in Grecia è diventata un simbolo della resistenza umana al clima estremo, con temperature record che hanno superato i 45°C durante l’estate.   Nel Sud e Sud-Est asiatico, le inondazioni provocate dalle piogge monsoniche sono state amplificate dalle precipitazioni record, distruggendo abitazioni e lasciando milioni di persone senza un rifugio. Questi fenomeni dimostrano come il cambiamento climatico stia influenzando in modo differenziato, ma ugualmente devastante, tutte le regioni del mondo.  

    La necessità di un'azione globale

    Le analisi hanno ribadito che i danni derivanti dagli eventi meteorologici estremi non sono inevitabili. Attraverso adeguate misure di adattamento e preparazione, molte delle conseguenze disastrose possono essere mitigate. Tuttavia, la responsabilità è condivisa: ogni nazione deve contribuire attivamente per ridurre le emissioni e investire in strategie di resilienza climatica.
  • Confermato, Gennaio gelo. Neve in pianura

    Dicembre si sta concludendo sotto l'influenza di un'area anticiclonica, ma l’Inverno non è certo rimasto in disparte. Dopo anni di stagioni invernali sottotono, quest'anno il meteo sembra segnare un cambio di rotta. Le prime giornate fredde, alcune addirittura con neve, hanno già fatto assaporare un clima più rigido, e tutto lascia presagire che Gennaio 2025 porterà condizioni gelide e nevose come non si vedevano da tempo.  

    Gelo e neve in arrivo: previsioni di inizio Gennaio

    Le proiezioni dei Centri Meteo iniziano a delineare scenari estremi tra il 6 e il 15 Gennaio. Dopo i primi giorni dell’anno, un poderoso flusso artico potrebbe abbattersi sull’Europa Centrale, alimentato da una depressione situata sulla Scandinavia. Questo movimento sarebbe favorito da un’espansione verso nord dell’anticiclone atlantico, che bloccherebbe i flussi oceanici, aprendo la strada a un’irruzione di aria fredda verso il Mediterraneo. L’Epifania, quindi, potrebbe rappresentare un momento cruciale, con l’arrivo di correnti gelide che potrebbero travolgere il Nord Italia, il Centro Italia e, con buona probabilità, anche il Sud Italia e le Isole Maggiori. Le temperature potrebbero crollare rapidamente, e l’impatto del freddo potrebbe essere amplificato da ciclogenesi secondarie sui mari italiani.  

    Condizioni estreme: neve in pianura e gelo diffuso

    Secondo i modelli attuali, il freddo intenso potrebbe iniziare a raggiungere l’Italia già dal 5 Gennaio, favorendo la formazione di un ciclone sui bacini tirrenici e adriatici. Se tale struttura si rivelasse sufficientemente profonda, potrebbe attirare masse d’aria ancora più rigide dall’Europa Centro-Orientale, favorendo nevicate anche a quote basse o pianeggianti, in particolare nel Nord Italia e nel Centro Italia. Tuttavia, ci sono ancora incertezze. L’eventuale interazione tra le correnti artiche e flussi umidi atlantici, provenienti da sud-ovest, potrebbe complicare il quadro, portando a configurazioni meteorologiche più variabili e meno uniformemente fredde.  

    L’Europa verso un Gennaio da ricordare

    Le proiezioni a lungo termine fornite dal Centro Meteo Europeo indicano un mese di Gennaio 2025 particolarmente freddo per gran parte dell’Europa. Si tratterebbe di una situazione eccezionale rispetto agli ultimi anni, quando le condizioni meteo invernali erano spesso dominate da anticicloni persistenti e temperature miti. Se queste tendenze verranno confermate, l’Italia potrebbe trovarsi al centro di una stagione invernale particolarmente rigida, con temperature ben al di sotto della media e un significativo ritorno della neve, perfino nelle grandi città di pianura. Rimane da vedere come evolveranno i prossimi aggiornamenti, ma le premesse per un Inverno straordinario sembrano esserci tutte.

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Nel weekend tornano un po' di freddo e di pioggia. Inizio marzo con la neve?

Se ci fosse ancora bisogno di conferme riguardo alla grande anomalia stagionale che stiamo vivendo riportiamo il dato registrato dall'osservatorio meteo del Collegio Romano a Roma, che rimarca come in 232 anni di rilevazioni non c'era mai stata una massima oltre i 20 gradi nella seconda decade di febbraio, cosa accaduta il 18 febbraio 2014 con una massima di +20.6°C.

Il dato è probabilmente indicativo anche per i Castelli Romani, dove serie storiche simili non sono purtroppo disponibili, tuttavia fanno scalpore le Rocche che avvicinano di massima i 18 gradi.

Andata via la campana anticiclonica africana responsabile di tali valori la settimana tra qualche pioggia e giornate gradevoli ha visto un generale abbassamento delle temperature, che culminerà nel weekend con il ritorno su (freddi) valori tipici del periodo: aria atlantica piuttosto fresca sta entrando in queste ore sulla Penisola col risultato di portare nuove piogge nella giornata di sabato, mentre domenica i cieli si apriranno ad ampie schiarite e farà piuttosto freddo, specie al mattino e la notte come non si sentiva da mesi. I valori in realtà saranno modesti, ma riporteranno in clima più invernale le nostre colline, in attesa di una possibile e tardiva irruzione invernale con direzione tirrenica, che i modelli vedono per i primi giorni di marzo; ma di questo avremo modo di scriverne nei prossimi giorni.

Ecco intanto le nostre previsioni del weekend:

Sabato 22 febbraio: piogge di debole/moderata intensità nella mattinata, che andranno scemando nel corso della giornata, con aperture nel pomeriggio/serata. Temperature in diminuzione, specie le massime. Venti deboli in rinforzo quelli occidentali in serata.

Domenica 23 febbraio: cieli perlopiù sereni e senza precipitazioni. Temperature massime in rialzo per il soleggiamento, minime in diminuzione. Venti di debole-moderata intensità, maggiore in serata.

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