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METEO GIORNALE
  • Meteo, la neve su ROMA che fa storia in Italia

    Roma, la città eterna, nella sua storia ha visto numerose nevicate; l’ultimo evento nevoso risale a febbraio 2018. Pensate che Roma, a differenza di Milano, si trovi più esposta alle correnti fredde che possono giungere dalla Valle del Rodano o da est, dai Balcani, dove si sovrappongono a masse di aria umida provenienti dal Mar Tirreno. Questo incontro può portare fiocchi di neve capaci di attecchire ovunque nelle strade della città, rendendo l’atmosfera incredibilmente suggestiva.   Il clima mite e mediterraneo della capitale non è propriamente favorevole alle nevicate. Perché si verifichi la neve a Roma, sono necessari eventi meteorologici straordinari. Quando la neve cade su Roma, la notizia si diffonde prima a livello nazionale e poi internazionale. Questo perché Roma non è solo la capitale d’Italia, ma rappresenta un’identità storica con i suoi monumenti, che diventano un vero e proprio set fotografico per professionisti e appassionati.   Gli episodi di neve, sebbene rari su Roma, rimangono indimenticabili proprio per la loro eccezionalità. Tuttavia, quando arriva la vera neve e non solo qualche fiocco sparso, significa che l’Italia è interessata da un’ondata di gelo. Perché arrivi un freddo così intenso su Roma, devono essere attive masse d’aria davvero gelide.   Si compiono molti tentativi di prevedere la neve per Roma, ma spesso ci si trova in difficoltà e si conclude con l’attesa di informazioni più precise. Infatti, fintanto che non si verificherà un’ondata di freddo intenso, su Roma non si avranno nevicate. Anche dopo Capodanno o a fine anno, quando l’aria fredda potrebbe arrivare sull’Italia in modo massiccio, la neve su Roma sarà un evento molto improbabile. Tuttavia, questo inverno appare diverso dagli altri e promettente. Si stanno osservando grandi nevicate sull’Adriatico a basse quote in Appennino, un elemento tutt’altro che trascurabile.   Vale la pena ricordare che siamo all’inizio dell’inverno astronomico; tuttavia, con dicembre si chiude il primo mese della stagione invernale. I prossimi due mesi, secondo le statistiche, sono più propizi per vedere la neve a Roma.   Nel corso dei secoli, Roma ha vissuto eventi nevosi. Tra le nevicate più significative, la prima documentata risale al 1788, quando una coltre bianca coprì la città per tre giorni consecutivi, bloccando ogni attività quotidiana. Nel 1846, un accumulo di circa 20 cm trasformò la capitale in un paesaggio straordinario per l'epoca, attirando l'attenzione di cronisti e cittadini.   Tra gli eventi più rilevanti del XX secolo, spicca l'inverno del 1956, caratterizzato da temperature particolarmente rigide per tutto il mese di febbraio. Anche il 1985 fu un anno memorabile: la neve rimase al suolo per diversi giorni, un fenomeno eccezionale per una città abituata a inverni miti. Più recentemente, le nevicate del 2012 e del 2018 hanno messo in evidenza le difficoltà di gestione della città in presenza di fenomeni meteo estremi.   La neve nella capitale è un evento raro e si verifica solo in presenza di particolari configurazioni atmosferiche. Elemento fondamentale è l’arrivo di correnti fredde, generalmente provenienti dal Nord Europa o dalla Siberia, che trasportano aria gelida verso il Mar Tirreno. Quando queste masse d'aria fredda interagiscono con una depressione sul Tirreno, si creano le condizioni per precipitazioni nevose.   La temperatura rappresenta un altro fattore cruciale: affinché la neve si accumuli al suolo, è necessario che i valori scendano a 0°C o sotto. Tuttavia, eventi di questo tipo sono rari, poiché il clima mediterraneo di Roma tende a mitigare le ondate di freddo. Durante le irruzioni di aria artica, le temperature possono però abbassarsi drasticamente, provocando gelo e trasformando le strade in pericolose lastre di ghiaccio.   Un evento particolarmente significativo si verificò nel gennaio 1963, quando una violenta ondata di freddo proveniente dall'Artico investì l'intera Italia. Mentre il Nord Italia e gli Appennini affrontavano nevicate abbondanti, anche Roma sperimentò temperature eccezionalmente basse, spesso sotto lo zero. Brevi ma intense nevicate interessarono la città, contribuendo a rendere quell'inverno indimenticabile.   Il cambiamento climatico potrebbe alterare l'incidenza delle nevicate a Roma. Secondo gli scienziati, l’aumento delle temperature globali sta modificando sia la frequenza sia l’intensità dei fenomeni meteo estremi. Nel futuro, potremmo assistere a una diminuzione degli eventi nevosi, ma quelli che si verificheranno potrebbero essere più intensi.
  • Neve fin quasi le coste dell’Adriatico. Vedranno la neve Roma, Firenze e Napoli?

    C'è diffuso maltempo nella Penisola, maltempo nel vero senso di questo termine con allerta meteo della Protezione Civile. Quel che ormai ad ogni peggioramento diventa estremo, tra i vari elementi atmosferici è il vento. Vento che ha causato una strage di alberi, ma anche ucciso una persona a Roma in un parco cittadino.   Nevica quasi nelle coste dell'Adriatico, ed è atteso un periodo di Vicilia e di Natale con neve eccezionale per i nostri tempi in Appenino, episodi di neve a grani, nevischio fitto sino alle coste dell'Adriatico. Ma niente di ciò si vedrà nel Mar Tirreno perché non c'è il Tyrrhenian Effect.   La neve su Roma, Palermo e Messina è un evento straordinario legato al fenomeno meteo noto come “Tyrrhenian Effect Snow”. Questa peculiare manifestazione atmosferica colpisce le coste del Mar Tirreno, coinvolgendo regioni come la Toscana, il Lazio, la Campania, la Calabria tirrenica e la Sicilia settentrionale. Paragonabile per dinamiche al “Lake Effect Snow” del Nord America, questo fenomeno produce nevicate a basse altitudini, anche sul livello del mare, e si verifica in condizioni atmosferiche ben definite.   Il “Tyrrhenian Effect Snow” trae origine dallo scontro tra una massa d’aria gelida di origine polare e le acque relativamente calde del basso Tirreno. Questo contrasto termico innesca un’intensa convezione atmosferica, generando nubi cumuliformi cariche di umidità. Queste nubi, spinte verso la terraferma dai venti di quota, trovano ulteriore supporto nelle caratteristiche orografiche della zona, che intensificano le precipitazioni. Il risultato sono nevicate che, nei casi più estremi, possono imbiancare anche le coste di Sud Italia, comprese città come Palermo e Messina, e raggiungere Roma in condizioni particolari.

    Diversamente dalle perturbazioni classiche, il “Tyrrhenian Effect Snow” si distingue per una continua rigenerazione delle nubi grazie al persistente divario termico tra la superficie marina e l’aria sovrastante. Le correnti ascensionali restano attive, alimentando le nevicate anche per diverse ore.   L’innesco è spesso favorito da aree di bassa pressione nel Golfo di Taranto o nel Canale di Sicilia. Queste depressioni canalizzano aria fredda dall’Europa orientale verso il Mar Tirreno, dove l’interazione con l’aria umida crea le condizioni ideali per fenomeni nevosi intensi e spettacolari.   Il fenomeno interessa principalmente il Centro Italia e il Sud Italia, con nevicate che si concentrano sulle zone tirreniche. Campania, Calabria tirrenica e Sicilia settentrionale sono tra le regioni più colpite, ma in condizioni straordinarie anche città come Roma, Napoli e le località costiere della Toscana possono sperimentare nevicate significative. Durante alcuni episodi, Firenze e Pisa sono state imbiancate da uno strato di neve inusuale per la loro latitudine. L’orografia locale gioca un ruolo chiave: rilievi come i Monti Lattari e le montagne settentrionali della Sicilia favoriscono il sollevamento delle masse d’aria, aumentando il raffreddamento e la formazione della neve.   Il “Tyrrhenian Effect Snow” condivide alcune somiglianze con il fenomeno dell’Adriatic Snow Effect, ma presenta differenze rilevanti. Sul versante adriatico, l’aria fredda che attraversa il Mar Adriatico è spesso più rigida e proveniente da nord-est, generando nevicate più abbondanti e frequenti. Sulle coste tirreniche, invece, la temperatura più mite del mare limita l’intensità e la frequenza degli episodi, rendendoli un fenomeno raro ma spettacolare.
  • Meteo 7 Giorni: freddo invernale e neve su parte d’Italia anche a Natale

    Italia in balia di una circolazione fredda per tutte le festività natalizie

    [caption id="attachment_288399" align="aligncenter" width="1280"]Italia in balia di una circolazione fredda per tutte le festività natalizie Natale e Santo Stefano ancora freddo ed instabile su Adriatiche e Sud[/caption]  

    METEO SINO AL 30 DICEMBRE 2024, ANALISI E PREVISIONE

    L’aria fredda sta affluendo verso l’Italia, in questa fase di meteo decisamente invernale contrassegnata da venti burrascosi, pioggia, grandine e neve a quote sempre più basse. Il flusso d’aria fredda scorre lungo il bordo orientale dell’anticiclone situato sull’Ovest Europa che contemporaneamente si è allungato verso nord e punta in direzione della Scandinavia.   Questa circolazione artica ha scavato un vortice ora tra il Basso Adriatico e lo Ionio, che tenderà a spostarsi tra i Balcani e la Grecia in quella che sarà per le festività una fase invernale più sentita sulle Adriatiche e al Sud. Non mancherà l’instabilità sino almeno a Natale con neve a bassa quota o comunque in collina, ma a tratti persino in pianura tra Marche, Abruzzo e Molise.   Sull’entroterra montuoso la neve cadrà abbondante, con accumuli addirittura notevoli sui comprensori abruzzesi per l’effetto stau indotto dai venti settentrionali. Il tempo risulterà più soleggiato sul resto d’Italia, come avviene con questo tipo di configurazioni. A partire dal 26 Dicembre l’instabilità inizierà a smorzarsi grazie alla graduale spinta da ovest dell’anticiclone.   Le condizioni instabili si manterranno ancora al Sud, dove potrebbe giungere un successivo impulso freddo verso il weekend subito dopo le festività natalizie. Il flusso d’aria fredda, di provenienza balcanica, dovrebbe comunque pian piano dissiparsi ed uscire di scena entro fine anno, con temperature in risalita verso valori più gradevoli anche al Meridione.  

    NEL DETTAGLIO

    Martedì 24 Dicembre: scenario diffusamente invernale, piuttosto instabile tra Adriatiche e parte del Sud dove avremo nevicate ancora fino alla bassa collina, copiose sulla dorsale appenninica abruzzese. Sole prevalente al Nord e sul medio-alto Tirreno, residua debole neve sulle Alpi.   Natale: persistente instabilità con precipitazioni nevose a quote collinari al Sud e sul Medio Adriatico. Sole al Nord, in Sardegna e sulle tirreniche. Temperature stabili o in leggera risalita.   Santo Stefano: residui fenomeni più sporadici tra Abruzzo ed estremo Sud, nevicate sui rilievi.   Ulteriori tendenze meteo: la circolazione fredda insisterà al Sud, dove non mancheranno ulteriori nevicate sino a quote occasionalmente collinari. L’anticiclone assicurerà bel tempo sul resto d’Italia.

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Il Ponte del 25 aprile tra caldo ed instabilità

cam campocatino_23042013Archiviata la mini-fase fredda che nei giorni scorsi aveva riportato i Castelli Romani su temperature invernali (minime fino a +3.9°C a Rocca Priora il 22) e la neve nel vicino Appennino, si torna in primavera e forse in qualcosa di più.

Già oggi in tutte le località dei Castelli Romani si sono superati i 20 gradi perché si sta instaurando una zona di alta pressione centrata sul Nord-Africa che regalerà alcune belle e calde giornate: alcune, purtroppo non tutte quelle di questo ponte perché esso garantirà un tempo soleggiato il 25 aprile ma già da venerdì 26 torneranno le nubi riportate dall'arretramento del vortice che ci aveva interessato nei giorni scorsi. Venerdì e sabato ci aspettiamo un nuovo lieve calo delle temperature e precipitazioni, ancora da valutare e che potrebbero riguardare anche le prime ore di domenica, quando una nuova rimonta anticiclonica dovrebbe scaldare molto l'aria.

Ma veniamo al dettaglio dei singoli giorni:

Giovedì 25: qualche nube al mattino, cielo soleggiato poi nel resto della giornata. Temperature molto aldisopra della media che potranno sfiorare i 30 gradi in pianura e bassa collina. Venti deboli sud-orientali, possibili brezze di lago e di mare.

Venerdì 26: nubi dalle prime ore del mattino, con copertura costante per tutta la giornata. Temperature in diminuzione nei valori massimi e minimi, comunque calde. Piogge moderate nel pomeriggio, venti in rinforzo.

Sabato 27: giornata che alternerà cielo coperto a squarci di sole, con probabili piogge nel pomeriggio. Temperature massime e minime in diminuzione con ritorno verso la media del periodo.

Domenica 28: una possente rimonta anticiclonica spazzerà via le precipitazioni, regalando la prima di diverse giornate calde che potrebbero anticipare l'estate. Qualche nube nel pomeriggio, temperature minime e massime in risalita e sopramedia. Venti deboli, con possibili brezze.

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