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METEO GIORNALE
  • Meteo 7 Giorni: riecco l’Estate, ma nel weekend tornano i temporali

    Circolazione depressionaria con aria fresca in quota

    [caption id="attachment_330512" align="aligncenter" width="1280"]Circolazione depressionaria con aria fresca in quota La saccatura sull'Europa Centro-Orientale tenderà di nuovo a coinvolgere l'Italia[/caption]  

    METEO SINO AL 16 LUGLIO 2025, ANALISI E PREVISIONE

    Sta rimontando l’Anticiclone con meteo in deciso miglioramento, anche se permane l’afflusso di correnti fresche dai quadranti settentrionali. Lo stravolgimento degli ultimi giorni ha determinato un potente ricambio d’aria, con temperature precipitate localmente sotto media. Addirittura la neve è tornata ad affacciarsi sulle Alpi fin verso i 2300/2400 metri, non proprio normale per Luglio.   Ora stiamo andando incontro ad una fase estiva comunque clemente, nonostante il previsto aumento delle temperature. Il fatto saliente è costituito dal ritorno dell’Anticiclone, anche se l’espansione non sarà così decisa da riportarci nella bolla rovente. La persistenza di correnti settentrionali impedirà alle temperature di risalire troppo e resteremo ben lontani dai livelli della scorsa settimana.   Il fulcro più caldo del promontorio anticiclonico si manterrà ad ovest dell’Italia, con un campo barico non così solido da garantire una stabilità piena e duratura. Nuove infiltrazioni d’aria fredda in quota potrebbero avanzare nel weekend, disturbando di nuovo l’Anticiclone. Ci sarà così il ritorno di piogge e temporali soprattutto Domenica 13 Luglio su aree interne e montuose del Centro-Nord.   Il Sud resterà più sotto l’influenza dell’Anticiclone, peraltro con temperature in aumento a causa di un richiamo di correnti più calde nord-africane. L’Anticiclone subtropicale sembra poi intenzionato ad espandersi in modo più deciso su tutta Italia già da Lunedì 14 Luglio, avviando una nuova settimana con meteo che si preannuncia all’insegna del caldo a tratti intenso.  

    NEL DETTAGLIO

    Giovedì 10 Luglio: generali condizioni soleggiate, a parte un po’ di disturbi sul Triveneto e sulle Alpi con addensamenti pomeridiani difficilmente in grado di dar luogo a fenomeni significativi. Temperature in leggero aumento, con clima gradevole.   Venerdì 11 Luglio: il campo anticiclonico garantirà tempo stabile, tranne sulle regioni di Nord-Est dove tenderà di nuovo a manifestarsi una certa instabilità a causa di infiltrazioni fresche in quota.   Weekend: più instabile con nuove piogge e temporali dapprima al Nord, poi anche sul Centro Italia.   Ulteriori tendenze meteo: il caldo africano tornerà protagonista, a causa di una progressiva rimonta dell’anticiclone di matrice nord-africana.
  • Autunno compromesso dal meteo folle estivo

      Le condizioni meteo climatiche del Mar Mediterraneo in questo mese di Luglio stanno registrando valori marini eccezionalmente elevati, ben al di sopra delle consuete medie stagionali. In realtà l'anomalia non parte da ora, ma da molto lontano.   In diverse zone del bacino, la temperatura dell’acqua supera le medie anche di 5 gradi, un'anomalia tremenda, che non può più essere interpretata come una semplice e temporanea irregolarità. Si tratta di un fenomeno profondo che collega in modo diretto l’attuale Estate 2025 al tipo di Autunno che potrebbe fare.  

    Un accumulo di calore che persiste per mesi

    Il Mar Mediterraneo è noto per la sua lunga inerzia termica. Una volta riscaldate, le sue acque trattengono il calore accumulato durante la stagione estiva per periodi prolungati, impiegando settimane, se non mesi, per raffreddarsi. Questo è ovviamente in contrasto con l’atmosfera, che invece reagisce rapidamente alla variazione della radiazione solare.   Questa caratteristica termica rende il Mediterraneo una sorta di serbatoio energetico che continua a rilasciare calore anche tra Ottobre e Gennaio, condizionando in modo significativo la circolazione atmosferica e la formazione delle perturbazioni. Le condizioni meteo che nasceranno nelle prossime settimane e mesi, infatti, dipenderanno fortemente dalla persistenza di queste temperature elevate.  

    Mari caldi tra Settembre e Ottobre: un rischio serio

    Con l’avvicinarsi dell’Autunno, la permanenza di temperature marine elevate può amplificare la forza e la frequenza dei temporali, soprattutto se correnti più fresche provenienti dall’Atlantico o dai Balcani entrano in contatto con queste acque ancora molto calde. Il contrasto termico e l’umidità rilasciata dal mare creano le condizioni ideali per fenomeni meteo violenti, che possono manifestarsi con nubifragi improvvisi, raffiche di vento intense, grandinate ed eventi alluvionali localizzati.   Abbiamo già osservato dinamiche simili in anni recenti, con episodi estremi che hanno colpito aree costiere come Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna orientale e Campania, anche in pieno Ottobre o Novembre. L’Estate 2025, con i mari così caldi, potrebbe accentuare ulteriormente questo tipo di instabilità, rendendo l’Autunno un periodo di particolare attenzione per le condizioni meteo avverse.  

    Inverno 2025 tra umidità diffusa e meno stabilità

    Un Mediterraneo che continua a mantenere temperature superiori alla norma fino a fine Autunno tende a produrre un Inverno più umido, caratterizzato da una minore stabilità atmosferica e, di conseguenza, da un numero ridotto di nevicate in pianura. Questo non implica necessariamente che i mesi invernali saranno più caldi in senso assoluto, ma indica una diversa distribuzione dei fenomeni.   Le masse d’aria fredda provenienti dall’Artico o dall’Europa orientale, una volta attraversate le acque ancora tiepide del Mediterraneo, perdono parte del proprio vigore e si caricano di umidità. Questo processo comporta precipitazioni più abbondanti, ma temperature meno rigide, soprattutto lungo le aree costiere e nelle pianure prossime al mare.  

    Il Mediterraneo caldo è un nuovo fattore climatico dominante

    Quello che stiamo osservando in questo bizzarro Luglio non rappresenta un’eccezione, ma una tessera perfettamente inserita nel mosaico del cambiamento climatico globale. I mari della Terra, incluso il Mediterraneo, si stanno progressivamente riscaldando. Per la sua posizione geografica e le sue ridotte dimensioni rispetto agli oceani, il Mediterraneo si rivela estremamente vulnerabile a queste variazioni.   Il costante aumento della temperatura superficiale del mare non è più solo una questione ambientale, ma è un problema seri, che condiziona l’evoluzione dell’Estate, determina la frequenza e l’intensità delle piogge, sposta i confini stagionali e trasforma le dinamiche tra pioggia e neve. Non stiamo parlando di scenari lontani nel tempo, ma di ciò che ci attende già nei prossimi mesi.   

    Un’Estate più lunga, un Inverno più corto

    Il prolungato riscaldamento delle acque marine sta già mostrando i suoi effetti nel ritardo della fine dell’Estate, con giornate calde che si protraggono oltre Settembre e una transizione verso l’Autunno meno marcata. Questo slittamento stagionale rischia di rendere l’Inverno sempre più simile a una prolungata stagione piovosa autunnale, con scarse irruzioni fredde durature e frequenti episodi perturbati.   Le acque del Mar Mediterraneo, dunque, stanno diventando uno degli elementi chiave nel disegno delle stagioni future, trasformando profondamente il volto meteorologico del nostro continente. Si passerà quindi a stagioni miti, con fasi meteo caldissime in Estate e Inverni in stile autunnale.
  • Texas, nel Paese con le migliori previsioni meteo si muore di alluvione. Come mai?

      Una delle peggiori tragedie meteorologiche degli Stati Uniti si è consumata tra GIOVEDÌ e VENERDÌ della scorsa settimana, quando violente precipitazioni hanno colpito il cuore del TEXAS, provocando inondazioni devastanti e la morte di oltre 105 persone. Il bilancio umano è solo una parte della gravità dell’evento, che ha colpito una zona altamente vulnerabile, nota come Flash Flood Alley, nel pieno della stagione calda.   Nonostante il Servizio Meteorologico Nazionale statunitense (NWS) avesse emesso avvisi di emergenza già dalla mezzanotte, l’ondata di maltempo si è trasformata in una catastrofe nel giro di poche ore. Le tempeste, alimentate da una massa d’aria tropicale particolarmente umida, hanno riversato oltre 250 mm di pioggia in pochissimo tempo, inondando valli, strade e sobborghi rurali.   L’evento ha scosso profondamente anche il dibattito sul cambiamento climatico: ancora una volta, la connessione tra meteo estremo e riscaldamento globale torna sotto i riflettori, senza che vi sia ancora un chiaro consenso su quanto la crisi climatica abbia aggravato questo specifico fenomeno. Tuttavia, numerosi scienziati, fra cui Daniel Swain, climatologo dell’Università della California, ribadiscono che episodi simili stanno diventando più frequenti e più intensi.  
    “L’atmosfera è come una spugna gigante”, ha spiegato Arsum Pathak, della National Wildlife Federation. “Più fa caldo, più vapore acqueo trattiene. E quando arriva una tempesta, rilascia tutto in una volta.”
      Flash Flood Alley non è una zona qualsiasi. Si tratta di un’area che abbraccia le colline del Texas centrale, dove il terreno è poco permeabile, lo strato calcareo superficiale impedisce l’assorbimento dell’acqua e la conformazione del territorio con canyon stretti e pendenze accentuate accelera il deflusso delle piogge. È, in altre parole, un luogo perfetto per lo sviluppo di alluvioni lampo.   Il meteo era stato previsto. Ma non è bastato. Gli esperti confermano che le previsioni del NWS erano piuttosto accurate, considerando la rapidità con cui la situazione si è evoluta. Il problema, però, è stato la comunicazione e la capacità di allerta del sistema locale. Secondo alcune fonti, la carenza di personale negli uffici meteorologici texani ha ostacolato la diffusione tempestiva degli avvisi, soprattutto durante le ore notturne. In particolare, lungo il fiume Guadalupe, dove le acque si sono sollevate con una velocità impressionante, mancava un sistema di allerta per le inondazioni improvvise. Le autorità locali avevano preso in considerazione l’installazione di strumenti di monitoraggio e allarme ben otto anni fa, ma il progetto non fu mai realizzato. Secondo Swain, anche se le previsioni meteo sono sempre più precise, non esistono ancora strumenti in grado di anticipare con esattezza millimetrica le precipitazioni estreme, né con giorni né con ore di anticipo. E questo rende ogni evento potenzialmente letale in contesti urbani e rurali dove la pianificazione idraulica è fragile o assente.  
    Puoi approfondire il ruolo del cambiamento climatico nelle precipitazioni estreme sul sito NOAA o visitare l'home page del National Center for Atmospheric Research.
      Una catastrofe annunciata Anche se il meteo resta imprevedibile, le caratteristiche morfologiche del Texas Hill Country sono un chiaro segnale di rischio: in altri luoghi, una tale quantità d’acqua avrebbe provocato solo disagi. In questa regione, invece, si è trasformata in un’alluvione letale in pochi minuti. La strategia della ricostruzione post-evento, senza interventi strutturali mirati, è diventata ormai un circolo vizioso. “Alluvione, ricostruzione, ripetizione”, lo definisce lo stesso Pathak. Oggi, il TEXAS ha all’attivo progetti di contenimento delle acque per un valore che supera i 54 miliardi di dollari, molti dei quali bloccati o rallentati. Le misure suggerite dagli ambientalisti includono il ripristino delle rive naturali dei corsi d’acqua, la piantumazione di vegetazione autoctona, la costruzione di infrastrutture permeabili e il divieto di edificazione in aree esposte ad allagamenti. Sono soluzioni che richiedono visione, investimenti e volontà politica, ma che diventano sempre più urgenti in un contesto in cui il meteo estremo sta diventando la nuova normalità.  
    La consapevolezza scientifica sul legame fra eventi meteo estremi e riscaldamento globale è ben documentata da realtà come NASA Climate{:nofollow} e IPCC{:nofollow}.
      Le alluvioni del TEXAS nel LUGLIO 2025 sono solo l’ennesimo avvertimento che, se ignorato, rischia di lasciare altre comunità esposte al disastro.

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I temporali dell'11 luglio e gli scenari futuri

temporale 11_luglio_2013Gli ultimi giorni hanno visto le condizioni meteo fotocopiarsi di giorno in giorno: caldo e sole al mattino, addensamenti all'ora di pranzo e temporali nel pomeriggio. Questo tempo è tipico delle estati in cui la protezione all'Italia è offerta da un Anticiclone delle Azzorre debole e lontano che presta il fianco ad infiltrazioni di aria fresca da est o da nord-ovest. E' accaduto in particolar modo negli ultimi due giorni, ma mentre mercoledì 10 luglio erano stati premiate le zone nord di Roma e martedì 9 la fascia dell'Agro Labicano da Gallicano a Colle Prenestino ieri sono stati presi in pieno i Colli Albani settentrionali.

Una prima cella temporalesca è passata intorno alle 14 a SO dei Castelli Romani scaricando 11 mm su Cecchina, ma lo spettacolo vero si è consumato alle 15 quando una linea temporalesca con asse N e lunga 30 km ha impattato in maniera molto violenta sui Colli Albani settentrionali in una fascia molto molto stretta: da Frascati Prataporci ad O fino a Rocca Priora ad E sono caduti muri d'acqua e grandine con rain rates che hanno toccato a Monte Compatri centro i 250 mm/h, in particolare grossi chicchi di grandine sono caduti su Monte Compatri e Rocca Priora con temperature crollate alla minima di rispettivamente +15.2°C e +14.0°C. Importanti gli accumuli, con la pedemontana di Colle Mattia, Monte Porzio e Monte Compatri sui 60 mm, Rocca Priora a 45 mm; c'è stata gloria anche per alcune stazioni sul settore meridionale dei Castelli, con Lanuvio, Landi e Paganico sopra i 20 mm. Da rilevare quanto sia stato chirurgico l'impatto dei temporali, che già a Frascati, Grottaferrata e Marino non hanno accumulato una goccia. Tra i dati rilevanti di ieri ci sono i 2816 fulmini caduti tra le 14:30 e le 16:30 sul Centro Italia, segno che quando le infiltrazioni di aria fresca, quando come ieri sono occidentali scatenano molta ma molta più energia: uno di essi ha purtroppo interessato la stazione meteo degli amici di Meteoroccapriora, mettendone fuori uso l'anemometro ed un pc.

fulmini 11072013Per quanto riguarda i giorni a venire ci sarà instabilità pomeridiana anche oggi venerdì 12 luglio, i temporali sarebbero dovuti restare confinati in Appennino, ma al momento di questo revisione ne è nato giusto uno sui Castelli occidentali; qualcosa di simile dovrebbe accadere domani sabato 13. Domenica invece i Castelli Romani rivivranno temporali forti già dalla tarda mattinata: gli indici di energia nell'atmosfera e gli accumuli previsti sono importanti, dunque invitiamo i lettori a prestare attenzione.

 

Di seguito gli accumuli dell'11 luglio 2013 rilevati dalle stazioni meteo dei Castelli Romani:

 

Monte Compatri Colle Mattia 63.6 mm

Monte Porzio Romoli 62.6 mm

Monte Compatri Centro 59.0 mm

Rocca Priora 44.7 mm

Monte Compatri Regillo 40.6 mm

Monte Compatri Pantano Borghese 26.0 mm

Lanuvio Centro 22.9 mm

Genzano Landi 22.0 mm

Velletri Prato Lungo 20.2 mm

Albano Cecchina 11.4 mm

Frascati Prataporci 7.4 mm

Pratoni del Vivaro 6.0 mm

Albano Cecchina (Idrografico) 4.5 mm

Velletri Paganico 3.6 mm

Monte Porzio Camaldoli 3.4 mm

Rocca di Papa Centro 3.3 mm

Ariccia Catena 1.5 mm

Velletri Cantina Sperimentale 0.6 mm

Velletri Cappuccini 0.6 mm

Albano Centro 0.0 mm

Ariccia Centro 0.0 mm

Frascati Villa Sora 0.0 mm

Grottaferrata Molara 0.0 mm

Grottaferrata Valle Marciana 0.0 mm

Lago Albano 0.0 mm

Lanuvio Campoleone 0.0 mm

Lariano Centro 0.0 mm

Marino Centro 0.0 mm

Marino Gotto d’Oro 0.0 mm

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