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METEO GIORNALE
  • Inverno insolito: METEO in controtendenza

    Riscrivere la storia meteo invernale significa ribaltare le consuete previsioni che suggeriscono una stagione fredda monotona e priva di eventi rilevanti. Si tratta di osservare una realtà che, contrariamente alle proiezioni stagionali tradizionali, sta mostrando segnali di dinamismo atmosferico.   Durante l’Autunno, quando si delineavano le tendenze per l’Inverno, i modelli previsionali indicavano un periodo dominato da un mite anticiclone, privo di vere incursioni fredde. Tuttavia, i recenti sviluppi mostrano un quadro diverso.   Gli ultimi giorni dell’anno passato hanno evidenziato un’attività atmosferica più vivace, una condizione che ha portato dinamicità nel contesto climatico e che sembra voler proseguire anche nei prossimi giorni. Con l’arrivo del nuovo anno, l’Inverno promette di mostrarsi in tutto il suo vigore, mettendo in discussione le previsioni precedenti e contribuendo a ridefinire il corso degli eventi meteorologici stagionali.   Il mese di gennaio potrebbe essere caratterizzata da incursioni fredde provenienti dall’Artico, segnate da scambi meridiani che porteranno masse d’aria fredda verso il Mediterraneo. Questa configurazione, che si sta delineando con sempre maggiore probabilità, rappresenta un cambiamento significativo rispetto ai tradizionali scenari dominati dall’alta pressione. I movimenti atmosferici previsti potrebbero risultare persistenti e intensi, contribuendo a generare condizioni climatiche tipiche dell’Inverno vero e proprio, con un abbassamento marcato delle temperature e possibili eventi nevosi anche a quote medio-basse.   L’attenzione si sposta poi su febbraio, considerato il mese più propizio per il verificarsi di condizioni invernali estreme. In questa fase, il Mediterraneo potrebbe essere interessato da episodi di gelo, capaci di riportare alla memoria eventi climatici storici. Perché ciò avvenga, sarà fondamentale che i vari elementi atmosferici si posizionino correttamente, creando le condizioni ideali per la discesa di aria gelida.   Le proiezioni stagionali stanno già mostrando una significativa revisione rispetto alle indicazioni iniziali. Questo potrebbe essere il segnale di una stagione che, contro ogni aspettativa, sta già assumendo contorni differenti. Le variazioni rispetto alle previsioni originali confermano come la dinamicità stia assumendo un ruolo di primo piano, con effetti concreti che potrebbero protrarsi fino alla fine della stagione fredda.   A meno che non si verifichi un ritorno prepotente dell’Anticiclone, il corso attuale sembra destinato a segnare una svolta rispetto agli Inverni recenti. L’Italia, soprattutto nelle regioni del Nord, del Centro e del Sud, potrebbe trovarsi ad affrontare situazioni climatiche più tipiche di latitudini settentrionali, con temperature rigide e fenomeni meteorologici intensi. Le modifiche in atto nei modelli previsionali indicano un crescente adattamento alle dinamiche atmosferiche in evoluzione, a testimonianza di come la meteorologia rimanga una scienza in costante aggiornamento.   Questo periodo rappresenta una rara occasione per osservare come le dinamiche climatiche possano deviare dai percorsi abituali, regalando un Inverno che, contrariamente alle aspettative iniziali, potrebbe essere ricordato per eventi significativi e marcati.
  • Viaggio nel parco nazionale di Garajonay. Preistoria a La Gomera

    Nel cuore dell’isola di La Gomera, nelle Canarie, si trova il Parco Nazionale di Garajonay, uno dei santuari naturali più affascinanti d’Europa. Questo parco, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un rifugio per innumerevoli specie di flora e fauna e un testimone della storia geologica e umana dell’arcipelago. Visitare Garajonay significa fare un viaggio nel tempo, esplorando le antiche foreste di laurisilva, un ecosistema che risale al Terziario.   Il Parco Nazionale di Garajonay ospita una delle ultime foreste di laurisilva al mondo, un relitto vivente di un’epoca in cui l’Europa e parte dell’Africa erano ricoperte da foreste subtropicali. Le temperature invernali, che variano tra 18°C e 22°C, rendono il parco ideale per il trekking tra fitte nebbie, felci giganti e ruscelli nascosti. San Sebastián de La Gomera, il punto di partenza per esplorare il parco, conserva legami storici con Cristoforo Colombo e offre una vista autentica della cultura isolana.   La Gomera, una delle sette isole principali delle Canarie, è famosa per la sua bellezza selvaggia e incontaminata. Il Parco Nazionale di Garajonay, con le sue foreste di laurisilva, è un gioiello incapsulato nel tempo. Entrando nella foresta, si viene avvolti da un’atmosfera mistica, con nebbie persistenti che danzano tra i tronchi degli alberi, creando uno scenario surreale. Le temperature miti rendono il parco un paradiso per gli amanti del trekking e della natura in ogni stagione. Ogni sentiero promette scoperte, con felci giganti che custodiscono antiche leggende e ruscelli nascosti che susurrano storie dimenticate.   San Sebastián de La Gomera non è solo un punto di partenza per esplorare il parco, ma un luogo ricco di storia e cultura. La città ha un legame storico indissolubile con Cristoforo Colombo, che vi fece sosta prima di partire per il Nuovo Mondo. I viaggiatori possono ammirare la chiesa di Asunción e la Casa de Colón, dove si dice che l’esploratore italiano abbia soggiornato. Le stradine acciottolate del centro cittadino offrono un assaggio della vera essenza dell’isola, con prelibatezze locali e festeggiamenti tradizionali.   La posizione geografica di La Gomera, nell’Oceano Atlantico a ovest delle coste africane, le conferisce un clima subtropicale che permette di godere delle sue bellezze in ogni momento dell’anno. La vista dalla città è un patchwork panoramico che mixa il verde intenso della vegetazione con l’azzurro dell’oceano, offrendo scorci indimenticabili.   Il Parco Nazionale di Garajonay custodisce un frammento vivente della preistoria terrestre, rappresentato dalle sue antiche laurisilve. La visita a questa oasi di biodiversità ci riporta indietro nel tempo, a un’epoca in cui gli uomini condividevano la terra con le meraviglie della natura incontaminata.
  • L’augurio per Gennaio è un METEO come questo… Ecco quale

    A gennaio, il meteo dovrebbe rispecchiare la tipica normalità stagionale, legata alle caratteristiche invernali del periodo. Questo mese, insieme a febbraio, rappresenta il cuore dell’inverno, quando ci si aspetta freddo intenso, abbondanti nevicate sulle montagne e talvolta neve anche a quote più basse. Negli ultimi anni, tuttavia, le condizioni climatiche in Italia e in buona parte dell’Europa sono state spesso dominate dall’Alta Pressione, alterando i tradizionali schemi meteorologici.   L’Alta Pressione porta stabilità atmosferica, cieli limpidi e temperature più miti, specialmente nelle aree di pianura e lungo le coste. Sebbene il mese di gennaio sia storicamente conosciuto come il periodo delle “secche”, questa situazione non dovrebbe protrarsi per lunghi periodi. Quando l’Alta Pressione persiste, si riducono drasticamente le opportunità per eventi meteorologici come le perturbazioni atlantiche, le piogge e le nevicate, elementi fondamentali per mantenere un equilibrio stagionale.   Le perturbazioni atlantiche sono indispensabili per portare umidità e precipitazioni, vitali per riequilibrare il bilancio idrico. In particolare, nel Nord Italia, l’inverno dovrebbe essere caratterizzato da frequenti episodi di pioggia in pianura e neve abbondante sui rilievi. L’assenza di questi fenomeni, spesso causata dal predominio anticiclonico, contribuisce al progressivo deficit idrico che si manifesta con sempre maggiore evidenza nei mesi primaverili ed estivi.   Un gennaio in linea con la normalità stagionale vedrebbe anche il ritorno del vero freddo. Le incursioni di aria fredda di origine artica o siberiana sono tipiche del periodo e hanno il potere di portare condizioni meteorologiche rigide, con temperature in netto calo e spesso accompagnate da nevicate fino a bassa quota, specialmente nel Centro Italia e nel Sud Italia. Episodi di gelo intenso, talvolta alimentati dal freddo siberiano, possono contribuire a creare scenari suggestivi e autentici, tipici dell’inverno italiano.   In un mese come gennaio, le Alpi e gli Appennini dovrebbero vedere nevicate copiose e abbondanti accumuli di neve, risorse fondamentali per le riserve idriche dei mesi successivi. Inoltre, le nevicate a quote collinari o addirittura in pianura rappresentano un fenomeno che, sebbene più raro, è strettamente legato alla tradizione climatica del nostro Paese. Negli ultimi anni, tuttavia, tali eventi si sono progressivamente ridotti, rendendo il paesaggio invernale italiano meno caratteristico.   Il ritorno a un inverno equilibrato richiederebbe un’alternanza tra fasi di Alta Pressione e incursioni fredde. Le perturbazioni atlantiche porterebbero piogge abbondanti nelle pianure e nevicate consistenti sui rilievi, mentre l’aria artica e siberiana contribuirebbe a mantenere le temperature rigide. Uno scenario del genere non solo restituirebbe un inverno più autentico, ma avrebbe anche ripercussioni positive sull’ambiente e sulle attività economiche legate alla stagione fredda, come il turismo invernale.   Guardando al 2025, la speranza è che si possa assistere a un ritorno di condizioni meteorologiche più vicine alla tradizione climatica italiana. Dopo anni dominati dall’Alta Pressione, sarebbe auspicabile rivedere un po’ di quella "sana normalità stagionale", fatta di freddo, neve e precipitazioni regolari. Questi elementi, oltre a caratterizzare l’inverno, risultano fondamentali per il benessere dell’ecosistema e per affrontare in modo sostenibile i mesi più caldi dell’anno.

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Massime del 10 luglio e prospettive future

La giornata del 10 luglio 2010 si è caratterizzata per massime e minime molto alte: in particolare sui Castelli settentrionali le condizioni di ventilazione e soleggiamento sono state favorevoli a temperature massime record.

La stazione di Frascati ha infatti raggiunto i +34.4°C, Monte Porzio i +32.1°C, Monte Compatri ha segnato +31.5°C ed anche Rocca Priora ha sfiorato i 30 gradi toccando i +29.7°C.

Rocca di Papa posta al centro dei Colli Albani conferma la mitezza del suo clima facendo la massima record dell'anno con +27.9°C, valore accettabilissimo se confrontato con altre stazioni in quota.

Notevoli anche le massime delle stazioni più meridionali che hanno beneficiato di una maggiore mitigazione della brezza marina: Velletri ha sfiorato la massima annuale con +32.4°C ed anche Ariccia Catena ha fatto la seconda massima annuale con +29.7°C.

 

Dal grafico ENS (detto "spaghetti") che mostra le temperature previste in libera atmosfera si nota come oggi le massime dovrebbero andare ancora più su in attesa che da stasera i valori in quota calino di una manciata di gradi. Domani 12 luglio gli indici di instabilità sono parecchio elevati ed è probabile lo sviluppo di temporali pomeridiani che dovrebbero portare un pò di fresco.

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