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METEO GIORNALE
  • Meteo turbolento alle Canarie: da piogge e nevicate all’arrivo del calima sahariano

    Negli ultimi giorni, le Isole Canarie hanno registrato condizioni meteorologiche più instabili rispetto alla maggior parte della Spagna continentale. Attualmente, il territorio insulare è interessato da precipitazioni, destinate però ad attenuarsi nelle prossime ore. Questo porterà a una fase di maggiore stabilità atmosferica, sebbene accompagnata da un'importante incursione di polvere sahariana, il fenomeno noto come calima, che avrà un impatto significativo sulla visibilità e sulla qualità dell'aria.  

    Piogge abbondanti nelle isole occidentali

    Le piogge e i temporali che hanno colpito l'arcipelago negli ultimi giorni continueranno fino alle prime ore di martedì, con episodi particolarmente intensi nelle isole occidentali, come Tenerife e La Palma. Durante la notte tra lunedì e martedì, si attende il termine delle precipitazioni più significative. In queste aree, gli accumuli di pioggia potranno superare localmente i 10 mm, mentre su gran parte del settore occidentale si prevedono totali compresi tra 10 e 20 mm, considerando anche le precipitazioni già registrate durante la giornata di lunedì. Al contrario, le isole orientali, come Lanzarote e Fuerteventura, resteranno perlopiù asciutte, con accumuli di pioggia insignificanti. Questo quadro meteorologico evidenzia una netta distribuzione spaziale delle precipitazioni, con le isole più elevate e occidentali maggiormente esposte ai fenomeni.  

    Natale più stabile, ma con calima in arrivo

    A partire dal pomeriggio della Vigilia di Natale, si assisterà a un miglioramento delle condizioni atmosferiche su tutto l'arcipelago. La giornata di Natale sarà caratterizzata da una maggiore stabilità, in netto contrasto con l’instabilità dei giorni precedenti. Tuttavia, piccole precipitazioni residue potrebbero ancora verificarsi nelle aree settentrionali delle isole più alte, sebbene di scarsa intensità. Con il cessare delle piogge, la calima diventerà il fenomeno meteorologico dominante sulle Canarie. L'ingresso di una massa d'aria sahariana carica di polvere sospesa inizierà nelle ultime ore di martedì, con il culmine previsto tra la notte e la mattina di Natale. La concentrazione di polvere sarà particolarmente elevata nelle isole orientali, come Lanzarote e Fuerteventura, ma l’intero arcipelago sarà interessato da cieli opachi e un netto peggioramento della qualità dell'aria.  

    Impatto della calima sulle Isole Canarie

    La calima, spinta da una configurazione atmosferica favorevole all’arrivo di aria sahariana, avrà ripercussioni visibili e tangibili. Nei cieli, la polvere sospesa creerà un’atmosfera grigiastra, limitando la visibilità e oscurando il sole. Sul piano della salute, si prevede un deterioramento della qualità dell’aria, che potrebbe persistere almeno fino a giovedì, in base all'evoluzione degli elementi atmosferici. Questa fase di calima rappresenta un fenomeno ricorrente per le Canarie, ma la densità attesa per i prossimi giorni potrebbe causare disagi significativi, soprattutto per le persone con problemi respiratori o cardiovascolari.  
  • Meteo: Vigilia bianca su queste regioni, ecco la neve

    L'ondata di maltempo ampiamente preannunciata nei giorni scorsi è finalmente arrivata e sta colpendo con forza tutto il centro-sud con venti intensi, piogge abbondanti e nevicate diffuse. Le condizioni meteo peggioreranno ulteriormente durante questa vigilia di Natale, poiché il ciclone andrà a posizionarsi sul Mar Ionio, dando vita a una vera e propria tempesta di tramontana su gran parte del centro-sud.  

    Neve fino a bassa quota

    Il fronte occluso di questa depressione colpirà in pieno il medio-basso Adriatico e il sud Italia, portando ulteriori precipitazioni nevose fino a quote collinari. La dama bianca rivestirà tutto l'Appennino centro-meridionale almeno fino a 500 m di altitudine. Tra Abruzzo e Molise, si prevedono oltre 80 cm di neve fresca al di sopra dei 1000 m di quota e accumuli fino a 10 cm attorno ai 500-600 m.  

    Neve anche su Puglia, Basilicata e Calabria

    Le nevicate interesseranno anche la Puglia, la Basilicata e la Calabria, con fiocchi che raggiungeranno i 500-600 m di altitudine. In alcune vallate appenniniche e zone più riparate, la neve potrebbe arrivare fino a 300-400 m, sebbene gli accumuli significativi si concentreranno sulle alte colline e le montagne.   Abbastanza significativa sarà anche la neve prevista sui rilievi siciliani, in particolare tra il palermitano e il messinese, dove si prevede quasi 1 m di neve fresca sopra i 1000 m di altitudine. La vigilia di Natale si prospetta dunque bianca per molte località montane e collinari della Sicilia, un evento che non si verificava da diversi decenni.   Nelle pianure e lungo le coste il meteo sarà comunque invernale, caratterizzato da venti forti o burrascosi di tramontana, piogge abbondanti e un freddo pungente. Le temperature rigide e il vento contribuiranno a un’atmosfera tipicamente invernale anche nelle zone non raggiunte dalla neve.   Al nord e sul medio-alto Tirreno, invece, il meteo sarà più stabile seppur in un contesto freddo e a tratti gelido durante le ore notturne e le prime ore del mattino. Anche la notte di Natale sarà caratterizzata da temperature rigide su tutto lo stivale, con una situazione ancora instabile sulle regioni del sud.
  • Gennaio ricco di eventi meteo da analizzare

      A Gennaio, il meteo dovrebbe essere all'apice dell'Inverno, con temperature rigide, nevicate frequenti sulle montagne e occasionalmente anche a basse quote. Questo mese, insieme a Febbraio, rappresenta il cuore della stagione fredda, un periodo caratterizzato da eventi meteorologici che modellano il paesaggio italiano. Negli ultimi anni, purtroppo, le condizioni atmosferiche sono state spesso stravolte dall’Alta Pressione, alterando gli schemi tipici e riducendo la frequenza di fenomeni come le nevicate e le piogge.   L’Alta Pressione crea condizioni di stabilità atmosferica, cieli sereni e temperature più miti, soprattutto lungo le coste e nelle pianure. Sebbene Gennaio sia tradizionalmente il mese meno nevoso per le Alpi, l’assenza di perturbazioni e fenomeni meteorologici dinamici rischia di compromettere l’equilibrio idrico stagionale, fondamentale per sostenere l’ecosistema e le risorse idriche nei mesi successivi.  

    Il ruolo delle perturbazioni atlantiche

    Le perturbazioni atlantiche sono essenziali per portare umidità e precipitazioni. In un Inverno normale, queste perturbazioni causano piogge abbondanti nelle pianure e nevicate intense sui rilievi alpini e appenninici. Nonostante questo, il predominio dell’Anticiclone limita l’arrivo di tali fenomeni, aggravando il deficit idrico che si manifesta con maggiore intensità nei periodi primaverili ed estivi.   In un contesto climatico bilanciato, il Gennaio italiano vedrebbe alternarsi fasi di stabilità atmosferica con ondate di maltempo. Il ritorno delle perturbazioni atlantiche è cruciale per garantire un ciclo meteorologico sano, in cui le precipitazioni alimentano le riserve idriche e le nevicate arricchiscono le montagne di neve, risorsa indispensabile per l’irrigazione agricola e per il turismo invernale.  

    L’importanza delle incursioni fredde invernali

    Durante Gennaio, l’arrivo di correnti di aria fredda provenienti dall’Artico o dalla Siberia è tipico e contribuisce a creare condizioni di vero Inverno. Questi flussi d’aria portano un calo significativo delle temperature e, spesso, nevicate a bassa quota. Il Centro Italia e il Sud Italia possono sperimentare episodi di gelo intenso, con scenari suggestivi che richiamano la tradizione climatica del nostro Paese.   Gli eventi di gelo più rigidi, alimentati dall’aria siberiana, non solo sono spettacolari ma svolgono anche un ruolo fondamentale nell’equilibrio meteorologico. Questi fenomeni permettono una distribuzione delle risorse idriche nel lungo termine, contribuendo a ricaricare le falde acquifere e a preparare il terreno per le stagioni successive.  

    La neve come risorsa che fa bene

    Le abbondanti nevicate sulle Alpi e sugli Appennini sono un elemento imprescindibile per un Gennaio in linea con la tradizione climatica. Questi accumuli di neve non solo caratterizzano il paesaggio invernale, ma rappresentano una risorsa strategica per la gestione delle riserve idriche durante i mesi più caldi. Anche le nevicate a bassa quota, sebbene più rare, fanno parte del patrimonio climatico italiano e contribuiscono a rendere l’Inverno una stagione di grande fascino.   Negli ultimi anni, però, la riduzione di tali eventi nevosi ha impoverito il paesaggio invernale italiano, minacciando il delicato equilibrio ecologico. Questo cambiamento è dovuto principalmente al predominio dell’Alta Pressione, che inibisce le condizioni necessarie per le precipitazioni nevose, specialmente nelle aree montane e collinari.  

    Turismo invernale: un'ottima opportunità

    Un ritorno a condizioni meteorologiche più equilibrate durante il Gennaio potrebbe favorire non solo l’ambiente naturale, ma anche il settore economico legato al turismo invernale. Le abbondanti nevicate sulle montagne alimentano l’attività delle stazioni sciistiche e di altre attrazioni legate alla stagione fredda, offrendo opportunità per il rilancio del turismo nelle regioni alpine e appenniniche.   Inoltre, un Inverno autentico, con temperature rigide e scenari innevati, attira turisti italiani e stranieri, generando un impatto positivo sull’economia locale. Questo sottolinea l’importanza di un clima stabile e variegato, capace di alternare fasi di Alta Pressione a incursioni fredde e perturbazioni atlantiche.  

    Vorremmo un mese tipico! Niente di che...

    Le aspettative per un Gennaio più in linea con la normalità climatica italiana sono alte. Dopo anni dominati dall’Anticiclone, sarebbe auspicabile un ritorno a condizioni più dinamiche, caratterizzate da nevicate frequenti e temperature rigide. Questi elementi non solo migliorerebbero la qualità della stagione invernale, ma avrebbero anche benefici duraturi sull’ambiente e sulle risorse idriche. Un Gennaio ricco di eventi meteo interessanti, come perturbazioni atlantiche e ondate di freddo, rappresenterebbe una vera e propria boccata d’aria fresca per l’Italia.

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Clamoroso ai Pratoni -10.6°C!!!

La webcam del Vivaro alle 07:00Per definire "storica" un'ondata di freddo si tengono in considerazione diversi aspetti: quantità e frequenza delle nevicate, accumuli totali, persistenza del freddo e temperature minime. Ebbene se c'era un aspetto in cui questo 2012 aveva latitato erano proprio le minime, basse ma davvero non eccezionali, considerando anche la copiosa neve al suolo che dovrebbe aiutarle.

Ma oggi possiamo dire che anche per le minime quest'avvenzione fredda entra nella storia: la stazione meteo dei Pratoni del Vivaro nel Comune di Rocca di Papa ha infatti registrato alle 6:40 la minima record di -10.6°C. La temperatura è frutto del cielo sereno che per la prima volta c'è stato da quando è iniziata quest'avvenzione fredda: la zona già soggetta a potentissime inversioni termiche ha sfruttato anche l'effetto albedo dovuto al copioso manto nevoso che potete vedere nell'immagine della webcam delle 07:00.

Il dato è clamoroso considerando che secondo il radiosondaggio di Pratica di Mare all'una c'era solo una -6.9°C a 850 hPa (1409 m) e che alla quota della stazione (579 m) risiedeva lo zero termico: I Pratoni hanno dunque abbassato di quasi 11 gradi la temperatura in libera atmosfera! Alla stessa identica quota la stazione meteo di Monte Compatri centro, che non risente dell'inversione, ha registrato -2.7°C. Si pensi che il 17 dicembre 2010 quando in quota c'era una -9.5°C la stazione si fermò a -8.6°C e che il record era dello scorso 17 gennaio 2012 quando si toccarono i -8.8°C.

La stazione meteo, nata dalla generosità di tutti i meteoappassionati di Roma e Provincia riunitisi sul forum di Romameteo, è ospitata nel giardino dell'Osservatorio Astronomico Franco Fuligni gestito dall'Associazione Tuscolana di Astronomia e viene gestita e manutenuta dall'Associazione Bernacca Onlus e da Meteocastelli.

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